UDINE TAGLIA I FONDI AL “PREMIO TERZANI”
Taglio di fondi al premio letterario internazionale Tiziano Terzani. È quanto ha deciso il Comune di Udine a giunta leghista, che ha ridotto da 30 a 10mila euro gli stanziamenti per il Festival: Vicino/Lontano.La motivazione che hanno ‘partorito’ il sindaco Pietro Fontanini e all’assessore alla Cultura Fabrizio Cigolot è che Il premio letterario internazionale Tiziano Terzani è “Roba da comunisti”. L’evento giunto alla sedicesima edizione si svolgerà dal 16 al 19 maggio, la prima volta fu 2004 a pochi mesi dalla morte di Terzani, e si registrarono più di 20 mila presenze che poi sono andate aumentando.Una rassegna scaturita da un’idea di alcune persone amanti della cultura, nata su un tavolo di una trattoria Triestina insieme a Paolo Rumiz. Una giuria che annovera nomi del giornalismo italiano come Giulio Anselmi, Ettore Mo e Milena Gabanelli. Ma è l’assessore Cigolot, della Lega, a fare dichiarazioni oggettivamente imbarazzanti, e punta il dito verso chi ha idealizzato Terzani facendolo diventare un Santo secolare, un oggetto di culto, e senza freni aggiunge che, dietro c’è una sorta di complotto che impone e associa lo scrittore a un’idea di alta qualità come persona della quale Cigolot nutre forti dubbi, dichiarando che ci sono autorevoli esponenti che sull’analisi storica di Terzani avrebbero mosso più di qualche critica. Dichiarazioni che hanno ammutolito la platea. Ma lui imperterrito non si scoraggia e rilancia: “Ne ho discusso con gli organizzatori. Se questo è il modello che intendono portare avanti sono liberi di farlo, ma trattandosi di un’iniziativa sostenuta, su un totale di spesa di 280mila euro, con 192mila dalla Regione e 30mila dal Comune, sentiamo di dover esprimere considerazioni sulla progettualità sviluppata”. Il sindaco si nega a chi cerca di indagare alla motivazione che è una “cosa di sinistra”, e risponde solo: “Se è per il caso Terzani, questo è il numero di telefono dell’assessore Cigolot”. Che invece, come un fiume in piena, aggiunge: “È di sinistra per le persone che lo frequentano, per gli inviti che fanno”. Ma non è la prima volta che sindaci leghisti, hanno catalogato rassegne culturali in base a presunti colori politici. A Padova Massimo Bitonci, oggi sottosegretario all’Economia, arrivò a cancellare il finanziamento di 50mila euro per la Fiera delle Parole che si teneva ormai da anni a Palazzo della Ragione. E poi una serie di autori finirono su una lista nera “di sinistra”, Ezio Mauro, Sergio Staino, Corrado Augias, Lella Costa e Paolo Di Paolo. Una presa di posizione quella assunta dell’amministrazione comunale di Udine che rischia di influenzare anche la Regione, guidata dal leghista Massimiliano Fedriga. Sarà lui a garantire il finanziamento più cospicuo. La moglie dello scrittore Terzani, Angela Staudue, che è inoltre cittadina onoraria di Udine, ha risposto:“È un peccato uccidere un’iniziativa del genere, personalmente sono offesa. Non è con un linguaggio così rozzo che si parla di Tiziano. Ma soprattutto non è vero, non si è mai fatta politica in quella sede”. Angela Staudue ha da sempre promosso con entusiasmo l’idea. Sicura nel respingere le critiche che venivano dalla sua città, Firenze, mai favorevole che il Premio venisse organizzato in un altro luogo, ora vede il Premio bistrattato e con rammarico dichiara: “È una perdita per i cittadini buttare tutto ciò che si è costruito in 15 anni. Questo metodo, poi, è inaccettabile”. Terzani è stato un uomo di grande cultura i suoi libri tradotti in molte lingue il suo sorriso e la sua voce morbida sembravano un abbraccio all’umanità. Impegnato a raccontare conflitti difficili; autore di Pelle di leopardo, il suo primo libro, dedicato alla guerra in Vietnam. Giornalista freelance nel ’75 rimase a Saigon insieme a pochi altri giornalisti per assistere alla presa del potere da parte dei comunisti, e scrisse Giai Phong! La liberazione di Saigon, un libro tradotto in molte lingue. Lo scrittore dopo l’aggressione della Cambogia da parte del Vietnam, fu tra i primi cronisti a tornare a Phnom Penh, e raccontò il suo viaggio in Holocaust in Kambodscha. Un uomo che ha dato molto al mondo della cultura, appassionato e infervorato dal fuoco del sapere, che può essere solo un esempio da seguire, una fonte d’ispirazione per le nuove generazioni… Autore di libri preziosi, nell’aprile del 2004, poco prima di morire, pubblicò anche un libro su se stesso, Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo. Con osservazione giornalistica, affrontò una tematica complessa, la cura tramite quella medicina dalle tecniche più moderne che tentava di debellare il suo tumore all’intestino, senza riuscirci. Consapevole fino all’ultimo di aver vissuto la vita che voleva vivere. “Senza alcun rimpianto, di promesse mancate, di cose incompiute, senza pena aggiunta mi preparo a volare un’altra volta”. Quell’uomo di grande spessore, oggi risponderebbe alle critiche con una sua celebre frase: “Ridere, io trovo che ridere è una cura, è parte della guarigione. Per cui il consiglio che do a tutti è cominciare con una grande risata e finire con una grande risata”.Una civiltà che non sa’ ridere, è una civiltà infelice.
