CARO FRANCESCO, ANCHE LE DOTTRINE POSSONO CAMBIARE, COME USI COSTUMI E PRATICHE SOCIALI

CARO FRANCESCO, ANCHE LE DOTTRINE POSSONO CAMBIARE, COME USI COSTUMI E PRATICHE SOCIALI

Si può volere molto bene a Francesco, manifestare piena sintonia con le sue coraggiose parole (che sono anche azioni) sui più tremendi problemi sociali e ambientali e nello stesso tempo -proprio perché volendogli bene non posso confliggere con la mia coscienza- dire che non sono d’accordo con lui quando si dice in piena sintonia con il cardinale Parolin il quale, a proposito del congresso degli ultra-con riuniti a Verona , afferma di essere d’accordo con loro nella sostanza ma non nella forma con cui sostengono le loro posizioni non tradizionali ma tradizionaliste, conservatrici, reazionarie? Il fatto è che gran parte della gerarchia e del magistero cattolico pone la dottrina fuori e prima della storia, convinta che la dottrine (su questa materia matrimoniale, sponsale, sessuale, genitoriale) non possano e non devono essere contestualizzate, cioé storicizzate. Dimenticando, per fare un esempio, quanto il matrimonio “tradizionale” cattolico sia diverso da quello vetero-ebraico vissuto dai genitori di Gesù di Nazareth. Oppure quanto sia cambiata la dottrina in fatto di guerra giusta, condanna a morte, tortura, ecc. E quanto l’uomo della croce abbia sovvertito la dottrina religiosa del suo tempo e del suo stesso popolo. No, le dottrine possono cambiare, come usi costumi e pratiche sociali, religiose, etiche, ecc. A non cambiare é il kerigma evangelico, che pure non può essere decontestualizzato per essere ben compreso e non frainteso.