A PROPOSITO DEL PRESUNTO STUPRO SULLA CIRCUMVESUVIANA
Scrivere un post che abbia un’utilità su ciò che è avvenuto sulla Circumvesuviana è tutt’altro che scontato.Fino a qualche settimana fa, dissertavamo sui selfie di una generazione priva di valori, sulla periferia, sul branco.Fino a una settimana fa, eravamo tutti, me e Di Maio compresi, indignati di fronte alle scarcerazioni dei presunti stupratori. Di nuovo abbiamo scritto indignati, questa volta contro i magistrati. Appena lette le motivazioni, il messaggio che è passato è stato: la ragazza ha mentito. E, questa volta, via tutti a scrivere che non si fa così, che denunciare uno stupro mai avvenuto, magari per vendetta, è un modo per screditare chi denuncia perché ha davvero ha subito violenza.Quindi, ho riflettuto molto se avesse un senso o meno scrivere questo post e, alla fine, ho deciso che sì, un senso ce l’aveva.Cominciamo con un dato di fatto. L’unico dato certo emerso dalle motivazioni che hanno portato alla scarcerazione dei tre ragazzi è che la ragazza che li ha denunciati “è affetta da un disturbo del comportamento alimentare associato ad un grave disturbo della personalità di tipo ossessivo e assume farmaci antidepressivi, ansiolitici e neurolettici» che però, secondo il medico «non influenzano le sue capacità intellettive, superiori alla norma»”Temo che in pochi abbiano compreso fino in fondo le implicazioni di queste dichiarazioni dei magistrati.prima di tutto, mi soffermerei sul “grave disturbo della personalità di tipo ossessivo”. Non stiamo parlando di un disturbo nevrotico di natura ansiosa, ma di un grave disturbo della personalità. Grave. Non sappiamo se di natura psicotica o al limite ma, in ogni caso, un disturbo importante. Apro una piccola parentesi che, per quanto io non sia laureata in psicologia, dovrebbe essere nel bagaglio culturale di tutti, soprattutto se giornalisti. La differenza tra un disturbo di tipo nevrotico e uno di tipo psicotico che, in soldoni, non ha a che vedere con la gravità dei sintomi, ma con la percezione della realtà. In un disturbo di tipo nevrotico, come la depressione o il disturbo d’ansia generalizzata, la percezione della realtà resta intatta. Un disturbo di tipo psicotico, invece, si caratterizza per un mancato esame di realtà, che può essere totale, come nel caso delle psicosi più gravi – i “matti” come li intendevano una volta, per intenderci – o momentaneo, o legato a particolari situazioni o condizioni – come la psicosi post partum, che può portare all’infanticidio. Quindi, si parla di “dispercezione” della realtà. La ragazza è affetta anche da un disturbo del comportamento alimentare, caratterizzato spesso dalla dispercezione del proprio corpo e – nel caso della bulimia – ad una dispercezione anche del proprio corpo rispetto alla sfera sessuale. Parliamo anche di una ragazza molto intelligente, caratteristica che non collide con la condizione psichiatrica. Molte persone molto intelligenti soffrono di disturbi della personalità, riuscendo a compensare appunto con la propria intelligenza le “mancanze” date dalla malattia. E’ quindi assolutamente plausibile che i ragazzi non si siano resi conto di avere a che fare con una persona “malata” in un momento di ipomania – e dunque di bulimia sessuale – e l’abbiano scambiata per una che aveva voglia di divertirsi. Al tempo stesso, è plausibile che la ragazza non abbia denunciato i ragazzi perché in cattiva fede ma proprio per un mancato esame di realtà legato a quello che era successo.Ora, quello che scrivo è tutto da dimostrare ma, forse, può servire a spiegare una situazione che, se letta in modo superficiale, può apparire in un modo, in un altro o, peggio, priva di senso.Ribadisco, come ho già fatto più volte, che servirebbe maggiore consapevolezza in merito alla malattia mentale e anche meno semplificazioni quando se ne parla.Io, intanto, grazie ad Elisa Rigoni, ho imparato che i magistrati non si contestano se non se ne hanno le competenze e, soprattutto, prima di aver letto le loro motivazioni.Amen.
