11 APRILE DI CINQUANTUN’ANNI FA, L’ASSASSINIO DI RUDY DUTSCHKE

11 APRILE DI CINQUANTUN’ANNI FA, L’ASSASSINIO DI RUDY DUTSCHKE

L’11 aprile di cinquantun’anni fa Rudi Dutschke appoggiò la sua bici rossa, una vecchia Arcona, accanto a una farmacia sul Kudamm di Berlino, cercava una medicina per il suo piccolo Osea Che. Un estremista di destra gli si parò davanti ed esplose contro di lui tre colpi di pistola. Era una pistola a gas che Joseph Bachman, così si chiamava l’attentatore, aveva modificato facendone un’arma mortale. Un colpo raggiunse alla testa Rudi Dutschke, dodici anni dopo per quel colpo sarebbe morto.Il settimanale Spiegel scrisse che caduto per terra Rudi invocò la madre e che dei passanti lo derisero.Quel pomeriggio stesso gli studenti dell’Sds assediarono il grattacielo del magnate reazionario di destra, Axel Springer. Sua era stata la campagna di odio promossa dalle pagine della Bild Zeitung, il triviale giornale populista tedesco che allora vendeva 5 milioni di copie, contro gli studenti tedeschi. Nei giorni successivi morirono durante le manifestazioni studenti e un fotografo a Monaco di Baviera.Dutschke sopravvisse ma il suo recupero fu assai tormentato, finché una crisi epilettica non lo stroncò alla fine del 1979.Era stato certamente il più avanzato leader di sinistra in tutta Europa, teorizzava allora contro la presa del potere per via insurrezionalista una lunga marcia attraverso le istituzioni. Veniva dall’Est, la polizia segreta Stasi gli stava alle costole, non era stata da meno la democratica Germania Ovest.Rudi Dutschke giace in un campetto accanto alla chiesa protestante di St Annen, a Dahlem, Berlino. Ero lì quando ci fu il funerale, il 3 gennaio del 1980, ero casualmente da quelle parti. Ci andai con Piero De Vitis, che da anni vive in Germania. Dutschke era morto povero, non aveva neanche i soldi per una tomba, a prestargliela fu il pastore protestante Martin Niemoeller. Il cielo era assai grigio quel giorno a Berlino, in fila passammo accanto alla fossa in cui era stata deposta la sua bara e gettammo un po’ di terra sul feretro.Poco tempo dopo nacque il terzo figlio di Rudi, Marek, sua moglie Gretchen era incinta al momento della sua morte.Ho raccontato quello che so e ho visto, di Rudi Dutschke e dei suoi compagni, che ho conosciuto a Berlino cinquant’anni fa, nel mio libro “68, ce n’est qu’un début”… ps: per gli stolti e gli sciocchi in malafede che parlano male di quei tempi, cercando di ridurre il ’68 a una misera macchietta d’annata in cui non succedeva granché, voglio anche ricordare che in quello stesso 11 aprile a Torino la polizia arrestò a Torino Guido Viale, leader del movimento. Lo presero davanti a Mirafiori, dove gli studenti erano andati in massa quel giorno per il secondo sciopero degli operai della Fiat dopo quasi un decennio di repressione brutale e pace aziendale imposta dal bastone di Valletta… ps: la strada berlinese in cui sorge il grattacielo di Springer era allora Kochstrasse, poi è stata ribattezzata Rudi Dutschke Strasse(la foto è tratta dalla mostra di Marcelo Brodsky sul 68)