CARO MASSIMO, IL TRENO PER PANTELLERIA, NON C E’

CARO MASSIMO, IL TRENO PER PANTELLERIA, NON C E’

Che dolore, è mortoMassimo Bordinuno di quei colleghi e amici che non sai più quando l’hai conosciuto, e non sai dire quanto gli sei stato e quanto l’hai sentito vicino, in disaccordo su quasi tutto, ma con ironia e simpatia quasi su tutto. Scherzavamo per il fatto di essere stati da ragazzi entrambi, in città diverse, trostzkisti della Quarta internazionale, riuscendo a non incontrarci e conoscerci allora, per quanto fossimo in quattro gatti, mimetizzati nella semiclandestinità dell’”entrismo”. Non so più quante udienze di processi in giro per l’Italia, quanti scomodi scompartimenti di “seconda”, quante sessioni parlamentari, inframezzate dai suoi colpi di tosse, assieme. Come si farà senza la sua rassegna stampa, di quell’unico suo “giornale di partito” sopravvissuto (e lui sempre mi correggeva: “giornale di parte”). Quando morì Marianna, mi disse che lei cercava di convincerlo ogni estate a venirmi a trovare a Pantelleria. “Ora non me la sento, ma tra un poco ci organizziamo…”; “Il treno non c’è, lo sai?”. Vedremo come fare