GUERRA DI SPIE

GUERRA DI SPIE

E’ possibile che l’intelligence fosse in allarme ed abbia seguito le mosse delle spie per ricostruirne i contatti a Istanbul. Secondo la versione ufficiale la polizia ha scoperto un computer ed altro materiale dietro un comparto segreto in un appartamento che svolgeva la funzione di “casa sicura” per gli operativi. Inoltre sembra che la coppia abbia condotto ricerche su esuli, studenti e altre persone ritenute interessanti per la loro attività. Una vicenda che potrebbe portare ad altre piste. Sempre gli investigatori hanno aggiunto che uno degli arrestati era in città il giorno dopo la scomparsa, all’interno del consolato saudita, dell’oppositore Jamal Khashoggi. Intrigo conclusosi con l’uccisione brutale del dissidente. E dunque i turchi non escludono che possa esserci un legame tra i due casi. Nel grande gioco mediorientale la Turchia è al fianco del Qatar e appoggia alcune brigate islamiche in Libia mentre gli Emirati, stretti alleati di Riad, sono sulla barricata opposta e hanno fornito armi/equipaggiamenti alle unità del generale Haftar, oggi protagonista dell’offensiva su Tripoli. Ma questo è solo uno dei punti di frizione. Infatti la rivalità si estende ad altre regioni ed è esacerbata dall’avversione profonda degli Emirati verso la Fratellanza musulmana. Dunque una partita dove si mescolano questioni strategiche, religiose e militari. La piccola Sparta guidata dall’uomo forte di Abu Dhabi – lo sheikh Zayed, grande sponsor del principe Mohammed dell’Arabia Saudita – contro Erdogan, ambizioso ma spesso meno rapido nel prendere decisioni. Gli osservatori hanno poi rilevato come negli ultimi giorni ci sono state intense comunicazioni tra gli Emirati e gli Stati Uniti. Il presidente Trump ha avuto una conversazione telefonica con lo sceicco mentre l’inviato americano che si occupa delle questioni ostaggi ha compiuto una vista ad Abu Dhabi e il segretario di Stato Mike Pompeo ha incontrato il suo omologo. Al centro dei colloqui la situazione in Libia, l’Iran e forse la vicenda di Austin Tice, giornalista free lance statunitense scomparso in Siria nel 2012 e si sospetta finito in mano a misteriosi sequestratori (jihadisti o miliziani del regime siriano).Guido Olimpio Corriere.it