PADRE DALL’OGLIO.TRA TREPIDAZIONE E SPERANZA.

PADRE DALL’OGLIO.TRA TREPIDAZIONE E SPERANZA.

Sono i giorni cari al mondo cristiano. La Pasqua e i suoi riti, la Vita e la Morte nel loro prodigioso duello, nella consapevolezza , divenuta dogma, che non vi e’ resurrezione senza prima il morire. Sono i giorni del rogo delle pietre di Notre Dame e quelli dello strazio per le vite umane dilaniate negli attentati nello Sri Lanka. In nome di una Croce, strumento di riscatto o fine ultimo per molti milioni di fedeli. La Chiesa piange il suo Cristo deposto, la Storia divenuta maceria e figli immolati come martiri di un’epoca lontana. E ricorda la quinta Pasqua senza un suo figlio speciale : padre Paolo Dall’Oglio. Cinque anni fa si credette alla sua morte, anche se questa non fu mai resa ufficiale. E pochi giorni fa, invece, si sono riaccese le speranze di poterlo riabbracciare, anche se tutti, ovviamente e come e’giusto che sia, sono molto cauti a proposito. Del Gesuita si sono perse le tracce in quel lontano 29 luglio 2013, quando fu rapito e, come inghiottito da un enorme buco nero, nessuno seppe piu’ nulla di lui. Cibo per quei luoghi che amava tanto, forse humus per quella terra, anche se le voci della sua uccisione immediata non ebbero mai il crisma dell’ufficialita’. Nulla del severo Dottore della Chiesa. Un uomo, solo un uomo che ha messo se stesso, la sua fede, il suo coraggio al servizio della fetta di mondo in cui il suo Dio aveva guidato i suoi passi. Nato a Roma nel 1954 entro’ nella Compagnia di Gesù a 21 anni, nel 1975. Una laurea in lingue all’universita’ Orientale di Napoli. Frequento’ il dottorato “Dialogo con l’Islam” alla Gregoriana di Roma. A segnare la sua passione e il suo destino, gli studi di approfondimento universitario a Beirut, dove si innamoro’ di realta’ lontane da quelle da cui proveniva. “Nel 1982 scopre i ruderi del monastero cattolico siriaco Mar Musa, costruito nell’XI secolo attorno a un antico romitorio occupato nel VI secolo da San Mosè l’Abissino, e vi si insedia per un ritiro spirituale dal mondo in un posto di grande solitudine religiosa e non solo”(cfr.Wikipedia) L’antico monastero si trova nel deserto a nord di Damasco in Siria. Quando viene ordinato sacerdote, chiede e ottiene di potere ricostruire quelle mura diroccate, dentro il cui silenzio, nel suo eremitaggio, aveva scoperto la bellezza di una fede che fa del dono agli altri, il simbolo di Dio e la ragione del suo esistere. Anni di duro lavoro per strappare alla terra, alle erbacce, all’oblio e al declino un luogo dimenticato da tutti, in cui solo lui sentiva il respiro di Dio, udiva nel vento che si insinuava fra le antichissime mura , un messaggio di pace, di ecumenismo. Finalmente, nel 1992, riusciva a fondareuna comunità spirituale ” al-Khalil” che e’ la traduzione araba del termine Abramo, “l’amico di Dio”. Padre Dall’ Oglio sin da allora promuove il dialogo islamico-cristiano. Ha collaborato regolarmente con la rivista Popoli, pubblicazione internazionale dei gesuiti italiani, fondata nel 1915. Si interesso’ sempre con vigore dei rapporti fra le genti, fermamente convinto che le religioni dovessero essere motivo e ragione di dialogo, confronto e unione fra i popoli e non causa di lotte fratricide e oppressioni in nome di un Dio lontano anni luce da logiche egemoniche, mire espansionistiche e imposizioni di confini. Nel 2011 scrisse un libro nel quale auspicava soluzioni pacifiche in Siria. Evidenziava la necessita’ di attuare forme di dialogo con i rappresentanti delle varie anime delle rivolte sociali scoppiate in quel paese. Padre Dall’Oglio si faceva promotore di una svolta democratica indicando la strada di una transizione politica basata sul consenso delle diverse componenti sociali e delle varie sensibilità religiose esistenti e non di rado confliggenti. La posizione inclusiva del gesuita era guardata con sospetto dal governo siriano. Assad, impegnato in un’aspra repressione delle proteste, non gradiva l’intromissione dello scomodo sacerdote e, ben presto, ne decretava l’espulsione dal paese. Il gesuita non vi aveva ottemperato spontaneamente, aveva mobilitato le stesse Nazioni Unite e il Vaticano , ma, nonostante l’interessamento internazionale, aveva dovuto lasciare il paese. L’ indomito religioso non era rimasto a lungo lontano dal suo mondo. Nel 2013 era ritornato nel nord del paese, quello controllato dalle milizie ribelli ad Assad. Il religioso gesuita era impegnato in difficili trattative per la liberazione di un gruppo di ostaggi a Raqqa. Egli cercava con tutte le sue forze di intessere nuovi rapporti tesi al dialogo tra i gruppi curdi e i jihādisti arabi. Di lui non si sa piu’ nulla dal 29 luglio 2013.La notizia del suo rapimento venne data immediatamente da Iyar Dhes che in quella data accompagnò il sacerdote in una enclave dell’Isis presso il bunker di un emiro. Il giovane accompagnatore ha sempre rimarcato l’amore del gesuita verso i siriani tutti senza distinguere fra le varie etnie e credi religiosi. Si batteva solo per la loro liberta’. Sin dal primo momento successivo alla denunzia della scomparsa si disse che egli sarebbe stato rapito da un gruppo di estremisti islamici vicini all’Isis. Il ministro degli esteri dell’epoca , Emma Bonino, non era stata in grado di fornire assicurazioni circa l’essere in vita di padre Dall’Oglio. Voci discordanti si susseguivano, alcune a sottolinearne l’immediata uccisione e l’interramento del cadavere in una foiba presso al Houta nella zona di Raqqa, altre a ribadirne la prigionia. Poi il silenzio caduto sulla vicenda, almeno quello ufficiale. Fino a qualche giorno fa, quando e’ stata diffusa la notizia che il 7 febbraio scorso , l’Isis, accerchiato dalle milizie curde e desideroso di coprirsi la ritirata, avrebbe proposto, in cambio del lasciapassare, il rilascio di alcuni prigionieri, menzionando, addirittura, il nome del gesuita, vivo, fra questi ostaggi. La Farnesina e’ cauta e il Vaticano risponde: “Non abbiamo riscontri”‘ Si attendono, con trepidazione e speranza gli sviluppi di questa misteriosa vicenda. Ci si augura che il desiderio di liberta’, fratellanza e pace di un uomo, non siano solo un sogno il cui prezzo, come accadde gia’ duemila anni fa, sia la croce del martirio.