MILANO RICORDA GABER. LA NOTTE IN CUI GIORGIO, 40 ANNI FA, INSULTÒ IL MOVIMENTO
Molto prima che la parola Movimento indicasse i 5s e che si potesse insultare chiunque ovunque, in un’epoca lontana che precedeva pure l’avvento al potere di Berlusconi, una sera al Teatro dell’Arte di Milano Giorgio Gaber portò il suo nuovo spettacolo di teatro canzone.Polli d’allevamento. Chi vide lo spettacolo in quella stagione teatrale, 1978/1979, ricorda un Gaber più magro e più attorcigliato del solito nel suo maglione d’ordinanza, più teso che ironico, più rabbioso che sarcastico. Polli d’allevamentosegnò, in una fiammata, lo stacco definitivo di Gaber dalla politica organizzata e disorganizzata di sinistra e ultrasinistra, il taglio definitivo con tutti i possibili ‘compagni di strada’ (‘C’è solo la strada…’). Il distacco, dico, da un amore e da un rapporto reale – la sinistra extraparlamentare era il pubblico di Gaber, non credo si possa obiettare a questo – pur essendo da sempre tormentato. Gaber, in breve, tolse di dosso ogni illusione a chi lo riteneva suo simile, un ‘compagno o un femministaiolo militante’, e stufo di argomentare e spiegarsi ancora una volta, passò direttamente all’insulto.Che cosa è se non un lungo insulto (a chi ti ama e, forse, a chi si è amato) la canzone finaleQuando è moda è moda, dove il Movimento viene sfottuto e messo alla berlina con le sue ‘facce da ente del turismo’, le manie creative, ‘le ricerche popolari e le altre cazzate’, l’abbraccio a tutti i devianti (prostitute e detenuti), ecc. ecc. L’insulto, o l’invettiva per dirla in un modo più elegante, la sera che vidiPolli diallevamento, fu ripagato dagli spettatori che si sentivano direttamente chiamati in causa: tutto lo spettacolo si tenne in uno stato di costante tensione, culminata in un gran casino durante l’esecuzione diQuando è moda è moda. Partirono grida numerose e assortite. Si dirà: chissà che parolacce e minacce arrivarono dalla platea composta dalle facce da ente del turismo di cui sopra; ci saranno state di sicuro, ma io non riesco a ricordare niente, salvo un quasi surreale ‘Gaber taci che hai i soldi in Svizzera’, proprio mentre la canzone lasciava l’attualità per diventare metafisica e coinvolgere nell’accusa di esser moda, e quindi merda, tutto il creato. Lascio in rete questo piccolo insignificante ricordo nell’anno in cui Gaber avrebbe compiuto 80 anni, e nei giorni in cui il comune di Milano, con Milano per Gaber, gli sta dedicando una serie di incontri e manifestazioni. Cliccatequi Questo il finale diQuando è moda è moda. …sono diverso perché quando è merda è merdanon ha importanza la specificazione:autisti di piazza, studenti, barbieri, santoni, artisti, operai, gramsciani, cattolici, nani, datori di luci, baristi, troie, ruffiani, paracadutisti, ufologi…
