IL FANTASMA DEL FASCISMO
A mio parere si può dare una risposta affermativa a entrambe le domande. E l’accoglienza trionfale di Domenico Lucano alla Sapienza è una prova dell’esistenza dell’antifascismo e della sua necessità, e che, pur se siamo davvero un Paese di destra, c’è un’Italia che non solo non si piega, ma che reagisce. Così come la risposta corale all’incredibile atto di sospensione della insegnante di Palermo,i cui alunni hanno osato costruire un videocon un serrato magari ingenuo ma efficace confronto tra l’Italia fascista e l’Italia salviniana, è incoraggiante. Le diffuse contestazioni ai comizi del tonitruante ministro, insofferente “vice”, ma aspirante capopopolo, un po’ dappertutto nelle piazze italiane, sono ottimi segnali. Migranti e avversari politici e culturali sono equiparati: essi sono tutti stranieri in casa, ipso facto trasformati in nemici. Il fascismo oggi come ieri, tende sì a creare unità solidale nella nazione, ma una nazione intesa come comunità di fedeli, in senso politico-militare e persino in senso religioso: il fascismo fu un partito-milizia e diede vita a un regime fondato su una vera e propria religione politica. Il duce era la divinità onnipotente, con quella M che giganteggiava su ponti e viadotti, su cinte murarie e opere di arredo urbano. Il segretario del partito era il primo officiante di quella religione, e i gerarchi i suoi sacerdoti, che dovevano irreggimentare, condurre, eventualmente correggere, con il manganello e l’olio di ricino, i riottosi. Gli irreducibili venivano esclusi: galera, o confino.
