SELFIE WORLD PER ROMA

Roma è quel posto dove scendi dall’albergo e trovi Dino Zoff all’edicola che chiacchiera di calcio con altri anziani come un umarell qualsiasi. Roma ha questo violento stordente fascino, devastante per noi provinciali: ti ritrovi dentro il tuo immaginario, tra i tuoi miti, immerso nella storia del mondo, quella che hai studiato fin da bambino, nella storia d’Italia, nella storia del cinema, della religione, della letteratura, della televisione, dell’arte, della politica, dello sport. Come per un cristiano ritrovarsi di colpo nel presepe. I romani sono vaccinati a questo (chiunque ha un link con un “vip”, con uno di quelli “che vedi in tv”), i provinciali no e Roma fa credere loro di poter far parte di questo scenario.Specie poi se fai il giornalista, è ancor più facile incontrare, conoscere e anche frequentare scrittori, attori, registi, artisti, politici ecc eccIn 13 anni vissuti a Roma ho avuto qualche opportunità concreta in più da questi incontri, certo, e ho visto da vicino, anche frequentato, qualcuno dei miei “idoli” e vari “personaggi”. In qualche modo mi sono arricchito di esperienza.Solo col tempo capisci però che di quel presepe – salvo qualche eccezione – resterai sempre e solo un figurante, un pastorello di terza fila, anche se l’inganno era noto da tempo (vedi solo “Caterina va in città” di Virzì). E che, fondamentalmente, non te ne frega un cazzo e l’immaginario – si chiama così apposta – è bene che resti solo immaginato.E’ stato un selfie lungo tredici anni, ecco.Stasera prendiamo ‘sto punto e torniamo a casina.