DIECI GIORNI ALLA PARTENZA PER LA VIA DELLA SETA

DIECI GIORNI ALLA PARTENZA PER LA VIA DELLA SETA

Stavo leggendo un po’ di viaggi, un po’ di mappe, un po’ di Storia, un po’ della avventurosa vita di Francis Younghusband, quando The Great Game mi ha risucchiato nelle sue vorticose spire e, con una ventata sabbiosa di deserto, mi ha chiuso il gate dei confini turkmeni. Ashgabat ha detto no. Turkmenbashi addio, ovvero sarà per un’altra volta. E sono due: già prima, infatti – grazie a Trump – l’Iran, il mio amato Iran, mi ha detto sì al visto (che comunque porto con me assieme al Cdp, non si sa mai…) ma no all’ingresso in moto. The Great Game laggiù è una cosa ancora viva, dopo la lunga semina di falsi viaggiatori, falsi archeologi, falsi geografi, falsi antropologi e veri missionari che in un modo o nell’altro passavano informazioni strategiche ai Paesi Invasori, un tempo Russia sopra e Inghilterra sotto, dall’India. Dunque basta la minima vibrazione prebellica perché ancora oggi si risveglino le suscettibilità di Inizio Novecento e una pioggia di niet cada sui sogni anche del più inoffensivo dei motociclisti viaggiatori. Ma almeno chiarezza è fatta e uno finalmente sa cosa potrà o meno fare. Partirò il 10 e l’inizio sarà soft, di assestamento con la “nuova” moto, Bice la Vice, Bmw R100 Gs PD del ’92: Grecia, Turchia, Georgia, strade note, poche variazioni prevedibili. Poi si fa davvero: Russia meridionale, aggiramento del Caspio, zona cecena oppure più su nella Kalmukia, unica zolla buddista esistente in Europa, Astrakan, il delta del Volga, e infine il Kazakistan. Da lì sarà una discesa verso il Centro Asia fra steppe e deserti, fiancheggiando l’Aral orientale e puntando al Kirghizistan per poi visitare, in senso orario, il Kirghizistan stesso, il Tajikistan e l’Uzbekistan. Lungo il chiuso confine del Turkmenistan (accidenti al Great Game) poi saranno d’infilata Samarcanda, Bukhara, Khiva, lungo la Via della Seta che si appoggia al corso dell’Amu Darya, fino a raggiungere Nukus e da lì risalire dal lato occidentale dell’Aral e riguadagnare il confine kazako. Qui giunti, a Bayneu, si mette freccia a sinistra puntando al porto di Aqtau, per prendere la prima carretta del Mar Caspio diretta a Baku, in Azerbaijan. E di lì si torna. Ma, come ho detto prima, mancano 10 giorni alla partenza. Vi farò sapere. Gule gule.