OTTANT’ANNI E NON SENTIRLI. LA LUNGA CARRIERA DELL’UOMO PIPISTRELLO

OTTANT’ANNI E NON SENTIRLI. LA LUNGA CARRIERA DELL’UOMO PIPISTRELLO

Dire che se li porta bene, non rende l’idea. E se andasse in giro a raccontare di essere un ottuagenario, gli chiederebbero la carta d’identità per conferma. E in effetti non capita tutti i giorni di vedere un vecchiotto arzillo, avvolto da un grande mantello, scorrazzare sui tetti e combattere contro i delinquenti. E senza super poteri, senza il supporto di straordinarie capacità aliene che lo rendono in qualche modo speciale rispetto ai comuni mortali. Ma se c’è un nemico che nemmeno il più eroico dei super eroi è mai riuscito a sconfiggere, quello è proprio il tempo. E dunque, anche per Batman è arrivato il momento di mettere quel fatidico “8” davanti alle candeline che dovrà spegnere da qui al prossimo decennio. E poiché solo gli ultraottantenni possono definirsi diretti testimoni della sua nascita, forse un breve ripasso sulla sua comparsa nel nostro immaginario può far comodo a chi a quegli “anta” ancora ci deve arrivare.Dunque, immaginiamo per un momento di essere in una redazione nel 1939. Nessun computer, niente Internet, né tantomeno social network. Niente notizie last second, niente informazione digitale, né tantomeno contenuti visibili solo al di là di uno schermo. Tutto quello di cui si usufruiva era “palpabile” e sporcato dall’inchiostro. Bene, immaginiamo che la suddetta redazione si trovi negli Stati Uniti d’America e sia specializzata nel settore dei fumetti. “Action Comics” il nome della rivista pubblicata, DC Comics la casa editrice. La rivista aveva esordito appena un anno prima ed era diventata subito famosa con il fumetto di Superman, dando vita a un nuovo sottogenere del fantastico a fumetti. Ora, immaginiamo, appena un anno dopo, gli editori della DC Comics reclamare l’ideazione di un nuovo personaggio, un altro super eroe: la macchina era ormai partita e andava giustamente alimentata con novità, diversificazioni; qualsiasi contributo che la allontanasse dallo spettro della monotonia, unico vero nemico dei lettori come anche dei creatori del sottogenere. Ora, immaginiamo che fra i collaboratori della suddetta casa editrice ci fosse questo ragazzotto newyorkese di appena 24 anni, tale Robert Khan, in arte Bob Kane, che disegnava strisce qua e là per questo o quell’editore già da qualche anno. Per la DC Comics lavorava da appena un anno e il primato di Superman non era stato certo suo. Disegnava, piuttosto, strisce di minor richiamo, come le avventure di “Ginger Snap”, una simpatica bricconcella le cui avventure a tutto avrebbero fatto pensare, meno che alla possibile nascita, di lì a poco, di un uomo pipistrello partorito dalla stessa mano. E invece, fu proprio così che andò: Bob Kane, probabilmente sotto il pressing degli editori che “avevano bisogno di nuovi supereroi” sottopose a Vin Sullivan, supervisore capo della DC Comics (allora ancora “National Comics”) il suo primo abbozzo: un personaggio ancora in parte simile a Superman, con un paio di collant rossastri, gli stivali, e una piccola maschera ancora non ben fissata sul suo volto. E due belle ali rigide che ricordavano quelle, appunto, di un pipistrello. Questo risultato era un mix di influenze dovute a quell’incolmabile curiosità tipica dei talenti creativi, che andavano dai supereroi delle riviste “Pulp” che spopolavano in quel periodo, al personaggio di Zorro; dal Dracula interpretato dal grande Bela Lugosi, sino a Leonardo – sì, proprio lui, il genio! – i cui disegni pare gli avessero dato lo spunto per l’invenzione del mantello con le ali da pipistrello. Gli aggiustamenti furono dati nel tempo: la maschera alla Zorro divenne un cappuccio, lungo le braccia furono aggiunti un bel paio di guanti neri e qualsiasi elemento rosso fu eliminato “onde evitare richiami al comunismo”. Non erano ancora gli anni della Guerra Fredda, ma qualsiasi richiamo alle ideologie era meglio tenerlo fuori dalle strisce. Dunque, dopo aver accuratamente aggiustato l’outfit dell’eroe, occorreva un filo conduttore per tutte le sue storie: Batman era in realtà Bruce Thomas Patrick Wayne, che, dopo aver assistito da bambino all’assassinio dei propri genitori da parte di un ladro, aveva deciso, da grande, di intraprendere una personale lotta contro il crimine per cui tutte le notti si sarebbe trasformato in un uomo pipistrello in grado di incutere timore e sconfiggere la malavita, per poi tornare, di giorno, a essere un normale, ricco uomo d’affari.Il personaggio si rivelò subito un successo, all’altezza di quel Superman che lo aveva preceduto, tanto che solo un anno dopo, nel 1940, fu necessario creare una seconda testata, “Batman”, interamente dedicata al personaggio. La ricetta vincente di Kane fu nel lavorare di fantasia, oltre che nell’ideazione del personaggio principale, anche nella creazione dei suoi avversari: i “cattivi” non venivano appiattiti, come accadeva di consueto, sotto il generico marchio di “male da sconfiggere”, ma assumevano una loro identità, una personalità ben precisa. E pur rimanendo dalla parte del “bene”, capitava, dunque, di subire il fascino anche di personaggi come Joker o Catwoman, Due Facce o il Pinguino.Questo l’inizio: il seguito molti lo sanno già, e per chi, invece, non conosca gli sviluppi e sia rimasto con quella curiosità addosso che trasformerebbe questo articolo in un saggio, il rimando all’infinita letteratura presente sulle piattaforme web – e non solo – è dovuto.Del resto, anche se ha compiuto ottant’anni, l’eroe molto umano e poco super, ha tutte le carte per promettere una vita longeva. Perciò si fa sempre in tempo ad affezionarsi a Batman.