25 ANNI DALLA MORTE DI MASSIMO TROISI. PULCINELLA SENZA MASCHERA

Il 4 giugno del 1994 moriva Massimo Troisi, artista indimenticabile, principale esponente della comicità napoletana targata anni ’70. Massimo nasce a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli nel cuore di una periferia disastrata, in una famiglia modesta, numerosa, composta da due genitori, cinque fratelli, due nonni e cinque nipoti. Massimo non pensava mai che da grande il suo futuro sarebbe stato dietro la scrivania di un ufficio o a servire la gente in negozio. Il suo sogno era il cinema. Cominciò la sua carriera col gruppo I Saraceni e poi con gli inossidabili amici de La Smorfia, Lello Arena ed Enzo Decaro. Il suo primo trionfo cinematografico lo ebbe nel 1981 con il film: “Ricomincio da tre”. Fu un successo inaspettato, sia al botteghino sia di critica. L’attore era malato di cuore, aveva scompensi cardiaci alla valvola mitralica. Come diranno i suoi amici e colleghi: giocava a nascondino con la morte, faceva dell’ironia con quei personaggi che scompaiono prematuramente. Lui sapeva benissimo di avere vita breve, nonostante il primo intervento al cuore, in gran segreto, fatto agli inizi della sua carriera. Erede di Edoardo e Totò, risaltava una capacità espressiva tutta sua, unendo ruoli comici a quelli riflessivi. Nel 1991 gira il lungometraggio “Pensavo fosse amore…invece era un calesse”, con Francesca Neri e Massimo Messeri, la cui colonna sonora fu scritta da Pino Daniele, morto anche lui per problemi di cuore come Troisi. Massimo Troisi lottò contro un destino beffardo e, sebbene i medici gli sconsigliarono di interpretare il suo ruolo nel film “Il postino, film ambizioso e impegnativo, Massimo cercò di portare a termine il suo lavoro, se la morte non lo avesse chiamato prima di finire le ultime scene. Passò dal sonno alla morte nella casa di sua sorella Annamaria, a Ostia. Massimo ci guarda dall’alto con la sua ironia che l’ha sempre caratterizzato.