IL GOVERNATORE DI BANKITALIA E LA PAGLIUZZA NELL’ OCCHIO DELL’ EUROPA

IL GOVERNATORE DI BANKITALIA E LA PAGLIUZZA NELL’ OCCHIO DELL’ EUROPA

Parole pesanti come macigni quelle pronunciate dal governatore di Bankitalia Visco che riprendono una frase di Elias Canetti:” Devono essere chiare le responsabilità da condividere, gli obiettivi da perseguire, gli strumenti da utilizzare, nella consapevolezza che, anche per chi risparmia, investe e produce le parole sono azioni e che nell’oscurità le parole pesano il doppio” In una frase coglie la fotografia italiana. Il buio di una crisi economica, sociale ed etica che non accenna a diminuire, la scarsa lungimiranza della classe dirigente. E invita alla moderazione, all’uso di toni più pacati perché la parola scava, ferisce, tradisce. Intervenuto al Festival dello sviluppo sostenibile Ignazio Visco, ha in primis sottolineato come i mutamenti climatici “pongono nuovi rischi per l’economia reale e per la stabilità del settore finanziario italiano” e, successivamente, ha spaziato a 360 gradi in una disamina impietosa del nostro paese. Si è soffermato sui rapporti fra Italia ed Europa mettendo in guardia contro populistiche spinte antieuropee. Il Governatore ritiene che è l’Italia e la sua governance ad avere fallito gli obiettivi, essendo rimasto al palo come paese mentre il resto del gruppo trainante del vecchio continente ripartiva. Le sue parole che accompagnano la relazione annuale di Bankitalia per il 2018 sono di ammonimento per l’Italia. ” Senza Europa, saremmo più poveri”‘ E lo dichiara richiamandosi al pil che langue e non cresce se non marginalmente, osservando gli andamenti dello spread che oscillano dinanzi all’insicurezza dei mercati instillata dalla politica nostrana. Passa in rassegna ogni settore criticando il ritardo atavico con cui il Bel Paese ha reagito al cambiamento tecnologico e all’apertura dei mercati a livello globale. Ritiene che il Sud, che già viaggia ad una velocità ridotta rispetto al Nord, senza i fondi europei sarebbe addirittura estromesso da ogni consesso e da ogni progettualità di rilancio. Parla di investimenti dentro la legalità il capo di Bankitalia per restituire fiducia e richiamare investitori. Uno sguardo alle banche, istituti ritenuti “vulnerabili al ritorno “di rischi macroeconomici”._Sostenere la crescita e allentare le tensioni sui mercati è cruciale per garantire la piena funzionalità delle banche_( cfr. La Repubblica). Visco afferma che anche la riduzione della pressione fiscale deve trovare politicamente strategie che non incidano sul deficit e sul conseguente debito pubblico. Il Governatore affronta, inoltre, in un quadro prettamente di analisi economica, il fenomeno della immigrazione correlato a un progressivo invecchiamento del paese le cui fasce di produzione attiva si assottigliano sempre di più, per aumento dell’età media, dei pensionati, e per la diminuzione demografica a causa della riduzione del numero dei nuovi nati. L’immigrazione diviene, così per Visco un valore aggiunto e non un fenomeno da demonizzare tout court e acriticamente. Una vera e propria piaga è rappresentata, secondo il quadro delineato nella relazione, dalla cosiddetta ” fuga dei cervelli” Sono sempre di più i giovani che lasciano l’Italia per addentrarsi nel mondo del lavoro all’estero. E lo sono maggiormente gli appartenenti alle fasce con livello culturale più elevato. I dati sono sconfortanti: l’emigrazione dei giovani ha raggiunto lo 0,5% nel 2017, quintuplicandosi nell’arco di soli dieci anni. L’Italia non è capace di attirare i talenti stranieri e fa fuggire i propri cervelli. E non è una folkloristica vignetta o propaganda ad usum elezioni. Un rapporto fresco di stampa dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha messo in evidenza il lato oscuro della fuga dei cervelli, ovvero la scarsa attrattiva imperante sul territorio patrio.Il Governatore invita a una profonda riflessione e alla cautela nell’ utilizzazione strumentale della ” critica contro”. E viene in mente, ascoltando la disamina,la parabola evangelica, che nell’attuale agone politico nostrano fa vedere la pagliuzza nell’occhio del vicino…senza farci accorgere della trave conficcata nel nostro.