SOCIAL LIFE. LA SINCERITÀ NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
A tutti quelli che “io dico sempre quello che penso”. La vostra non è sincerità. È essere stronzi. Sì, perché se la tua amica si è tagliata i capelli e pensi che le stiano come il mocio Vileda che usi per pulire la terrazza, non servirà a nulla dirle “Guarda, non mi piace per niente il tuo nuovo taglio”. O meglio, servirà a mortificarla. E cosa ottenete? Mica può rincollarsi alla testa i capelli tagliati. Il risultato sarà farla star male, per nulla. E allora mentite, signori: o, se non volete mentire, addolcite la realtà. “Guarda, sei bellissima comunque, però secondo me ti donavano di più i capelli lunghi” (a tutte le mie amiche che si sono tagliate i capelli: ovviamente voi siete l’eccezione e state davvero benissimo in qualunque modo). Insomma, questa cosa della sincerità a tutti i costi ci sta un po’ prendendo la mano. Anche nei reality, quante volte vediamo la stronza di turno difendersi dietro a un “io potrò anche sembrare antipatica, ma sono fatta così. Preferisco essere sincera che parlarti alle spalle”. Come se uno potesse solo scegliere tra essere falso o essere stronzo. Prendiamo un caso che esula dall’aspetto fisico: il cibo. Tua zia ti invita a casa, si dà un gran da fare per prepararti quelli che lei considera manicaretti, ma tutti sappiamo che è una frana in cucina. Risultato: un pollo crudo, due zucchine insipide e un tiramisù rinsecchito. Che le dici? Sputi il cibo nel cestino in stile Cracco a Masterchef, urlando “cos’è questa m***a!”? Le dici che in quella casa non metterai mai più piede fino a quando non imparerà che il sale è parte integrante della buona cucina? Eh no. E allora MENTI. Ma sono le cosiddette bugie bianche, le “bugie a fin di bene”. “Ti piace tesoro?” “Zietta, questo pollo è davvero squisito, questa volta ti sei superata. Vado un secondo in bagno”. E magari al prossimo Natale le regali una Smartbox per un corso di cucina (anche qui, giuro che mia zia è un’ottima cuoca- sul serio). Per non parlare del fidanzato poeta che si sente un artista e scrive canzoni. E magari te le dedica pure. E tu pensi che preferiresti ascoltare tutta la discografia dei gelati Motta e della cittadina Calcutta piuttosto che stare a sentire lui che con chitarra/pianoforte/basso/ukulele ti ulula nelle orecchie, ma lo ami (lo ami?) e quindi stai lì, fingendo adorazione, ad ascoltarle. E ti senti obbligata anche a metterle nel cellulare per far sembrare che ogni tanto, nel buio della tua cameretta, le ascolti pure. Falsa che non sei altro. Insomma, è necessario un ritorno alla diplomazia. Troppa sincerità fa male alla salute e alle relazioni. Attenzione: le corna non sono incluse. Quelle bisogna sempre confessarle.
