ARGENTINA: IL GRANDE CORTEO DELLE DONNE PER DEPENALIZZARE L’ABORTO

ARGENTINA: IL GRANDE CORTEO DELLE DONNE PER DEPENALIZZARE L’ABORTO

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE A BUENOS AIRES Donne argentine ancora in piazza, ancora in prima linea. Per dire basta agli aborti clandestini e alle discriminazioni di genere. Un lungo corteo, lunedì 3 giugno, per le grandiavenidasdel centro di Buenos Aires, con migliaia di donne e ragazze con il fazzoletto verde simbolo del diritto di scelta sul proprio corpo. Ormai lo tengono fisso in borsa, pronto da indossare alla prima occasione. Nel paeseche ha visto nascere ilNi una menos(non una di meno) – il grande movimento mondiale contro la violenza di genere – abortire è ancora un reato, salvo che non sia in pericolo la salute fisica della madre o che la gravidanza non sia la conseguenza di una violenza. Ma anche in questo caso, la strada è piena di ostacoli costituiti dai mille ricorsi delle organizzazioni antiabortiste o addirittura di politici locali, che rallentano i tempi e spesso fanno scadere il termine legale per l’interruzione della gravidanza. È stato il caso, a marzo scorso, di una bambina di 11 anni nella provincia di Tucumán, violentata dal compagno della nonna, a cui è stato negato l’aborto al grido di “Salviamo le due vite!”. Risultato: un parto prematuro di un feto al quinto mese di gravidanza – morto pochi giorni dopo – e i diritti di una minorenne violati per l’ennesima volta.L’anno scorso una proposta di legge sulla depenalizzazione dell’aborto era riuscita a superare la prima barriera ed era stata approvata alla Camera all’alba di una notte tormentatissima, ma era stata respinta al Senato. Il movimento delle donne aspetta la prossime elezioni, a ottobre, e una nuova legislatura per ripresentare la legge. Nel frattempo c’è molto lavoro da fare su tutti i fronti, a cominciare dal gender pay gap, ossia la disparità di stipendio tra uomo e donna, a parità di qualifiche e mansioni. In Argentina supera il 27 per cento, un dato aggravato dalla grave recessione economica che sta vivendo il paese. Come sempre, sono le donne le prime a pagare per la crisi. Nella foto, un’immagine della campagna per il diritto all’aborto legale, sicuro, gratuito (www.abortolegal.com.ar)