QUANDO LIBERARONO FAROUK

Arriviamo alle Ginestre alle sette di sera. Un’ora di sonno. Poi doccia e barba. Mi bussa Mauro Lodi Rizzini il capotecnico del pullman Rai. Vede che mi faccio la barba e capisce: “Per caso dobbiamo prepararci a una diretta stanotte?”. Non apro bocca ma e’ come se rispondessi. Meglio, cosi’ e’ in allarme.Poi telefono a Vespa e lo allarmo sul serio. “Caro direttore, ci siamo. Ma dovrebbe avvenire molto tardi”. Deve parlare con la Rete, ci risentiremo dopo. Nessun problema: possiamo intervenire in qualsiasi momento, lo studio e’ disponibile fino alle tre del mattino e poi nuovamente dalle sei. Sono gli orari giusti. Andiamo a cena, tanto c’e’ il tempo. Antonello non stacca lo sguardo dal telefonino. L’accordo e’ che stasera Graziano chiamera’ lui. Le telefonate saranno quattro. La prima arriva alle 22,45. La terza e’ quella decisiva. Mesina annuncia che Farouk e’ libero ma ci chiede di aspettare un quarto d’ora prima di dare la notizia. Mentre Antonello avverte – mi dice – un magistrato, scendo come un folle con l’auto giu’ per i tornanti che dallo Spinnaker portano in albergo. Scendiamo come forsennati. Ugo ci fa: “calma, ci sono i colleghi”. Entriamo nella hall …fischiettando. Poi, appena girata la curva della piscina di corsa verso la stanza di Speranza. E’ l’unica che ha il televisore.Claudio ha ancora la chiave sulla porta quando Mesina chiama di nuovo. “Tranquilli, il bambino e’ al sicuro. Libero. E’ rasato e l’orecchio e’ quello sinistro”.– Ma che vuol dire libero?“Libero, rilasciato. E’ in mani sicure, non e’ piu’ in quelle dei banditi e adesso stara’ gia’ in mano alla polizia”.Finalmente chiamo la redazione, poi lo studio. C’e’ Fabrizio Del Noce. Sono le 23,05. Dico “Farouk e’ libero” e da quel momento in poi non tremo piu’.