ERA MIA CUGINA SI CHIAMAVA SILVIA RUOTOLO

ERA MIA CUGINA SI CHIAMAVA SILVIA RUOTOLO

Era mia cugina, si chiamava Silvia Ruotolo. I primi 13 anni delle nostre vite li abbiamo vissuti insieme in un bel palazzo di una strada del Vomero, il quartiere cresciuto in collina negli anni del boom economico. In quel palazzo ci sono i ricordi della mia infanzia. Gli zii, la nonna, i cugini. Silvia aveva 39 anni quando l’11 giugno del 1997, ventidue anni fa, venne uccisa da un proiettile della camorra mentre tornava a casa con il figlioletto Francesco. Fu uccisa da innocente mentre si sparavano per strada dei camorristi. Eppure erano già passati 16 anni da quando erano cominciate le guerre di camorra in città e provincia. Nel solo decennio 1981-1990 in Campania furono commessi ben 2621 omicidi e nel triste e lungo elenco di vittime innocenti delle mafie di Libera di Don Ciotti, ne contiamo più di duecento nella sola regione Campania. Certo, oggi si uccide di meno eppure si spara ancora, eppure le mafie sono diventate più forti di ieri. Perché? Oggi ricorderemo Silvia nella sua Napoli che è cambiata, in meglio, rispetto a 22 anni fa. Ma non basta. A pochi metri dai giardini a lei dedicati c’e’ l’ospedale per bambini del Santobono dove è stata appena salvata la piccola Noemi ferita da un proiettile sparato per strada dal camorrista di turno. Abbiamo urgente bisogno di disarmare Napoli.