PEGGIO DI UN FILM DI MEL BROOKS

PEGGIO DI UN FILM DI MEL BROOKS

Oggi ho guardato una puntata di Agorà – Rai 3 – che c’ha mostrato la fotografia perfetta dell’Italia di oggi.C’erano l’ex segretario del Pd Martina e tal Coccia della Lega che si parlavano l’uno sopra l’altro dicendo, ciascuno dei due, che l’interlocutore sparava solo sciocchezze. Che però non si capivano, perché concetti non ne ricordo. Ho capito soltanto che litigavano sui mini bot. Martina metteva anche la mano accanto alla bocca tipo megafono, come er Monnezza di Tomas Milian o i bambini che, giocando a pallone per strada, combattono per aggiudicarsi un fallo laterale.A un certo punto, sono comparse le immagini in diretta della manifestazione di Napoli dei metalmeccanici (motivo per il quale mi ero messo a guardare Agorà). Er Monnezza e Coccia sono stati costretti a tacere causa microfoni chiusi in studio e aperti in una piazza vera, con persone vere. Al rientro nella piazza virtuale, le due creature elette in Parlamento (uno italiano, l’altro europeo) hanno ricominciato a ‘dibattere’ stile calcio per strada, quello in cui le mamme si affacciano in finestra e promettono botte con il battipanni ai figli scostumati. Degli operai in piazza a Napoli non si sono neppure accorti. Argomento inesistente. Zero parole spese da questi rappresentanti del popolo.Caso ha voluto che il livello della discussione venisse alzato dall’ingresso della Santanchè, che ha cominciato a rivendicare il diritto di crivellare di proiettili qualunque ladro si affacci in casa. “Tu non puoi conoscerne le intenzioni quando entra”. Quindi, per non saper né leggere né scrivere, lo ammazzi.Ormai viviamo in un film di Mel Brooks, l’autore di opere demenziali che racconta realtà del tutto paradossali e impensabili, che si diverte a prendere in giro l’umanità sovraccaricandone miserie e debolezze. Solo che questo lungometraggio in cui recitiamo tutti noi non fa ridere manco un po’. E, soprattutto, sta durando troppo.