“MAESTRO”, PROPONGO UNA MORATORIA

“MAESTRO”, PROPONGO UNA MORATORIA

Con tutto il rispetto per l’appena scomparso Franco Zeffirelli, proporrei una moratoria sull’uso, certo affettuoso ma spesso pomposo, della parola “maestro” legata al mondo del cinema. Ricordo le ironiche battute di Ettore Scola, Dino Risi e Mario Monicelli quando qualcuno, in pubblico o nelle conferenza stampa, li definiva così. Purtroppo ci sono registi che, di fronte a quell’appellativo, non fanno neanche un plissé, per dirla con Jannacci. Zeffirelli era uno di questi. Ma è anche colpa dei giornalisti che chiamano “maestri”, rivolgendo una domanda o dando loro la parola, cineasti come Giuseppe Tornatore o Pupi Avati. Ricordo allora quanto scrisse Ernest Hemingway: “Siamo tutti apprendisti in un mestiere dove non si diventa mai maestri”.