HUGO CHAVEZ: 60 ANNI VISSUTI PERICOLOSAMENTE.

5 marzo 2013. Muore dopo lunga malattia con giallo finale ( avvelenamento?) Hugo Chavez, presidente venezuelano, uno degli ultimi socialisti riformisti. Nato il 28 luglio 1954 entra in politica nel 1992, quando tenta di destituire il presidente venezuelano in carica Carlos Andrés Pérez. Perez, primo presidente della storia venezuelana, intuisce il potenziale dei grandi giacimenti petroliferi del paese che potevano essere una alternativa ricca ai giacimenti presenti nei paesi arabi che cominciavano ad essere scossi dai primi sussulti nazionalisti; in Iran stava prendendo piede l’ opposizione politica allo Scià di Persia che nel 1979 porterà al potere l’ Ayatollah Khomeini, in Iraq un rampante Saddam Hussein stava divenendo protagonista, dosando amicizie sovietiche che volevano un amico in zona e americane, che avevano bisogno di una diga che si interponesse tra il turbolento Iran e lo stato amico di Israele mentre il Kuwait e gli altri Emirati e principati arabi, non più sprovveduti come negli anni ’60, pretendevano di partecipare agli utili e agli introiti della vendita del loro petrolio in maniera più attiva, mentre fino ad allora la maggioranza del ricavo veniva incassato dalle “grandi sorelle”, le compagnie petrolifere americane mentre i paesi arabi che avevano dato le concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti realizzavano solo le briciole del guadagno. Ovunque ci sia petrolio c’ è ricchezza e, diventando complesso gestire il petrolio mediorientale (fino a qualche anno prima facile territorio di guadagno per le multinazionali americane), il petrolio sudamericano diventa assolutamente succulento. Cuba (incredibilmente ricca di petrolio nel distretto costiero di Matanzas) non è razziabile, data l’ ostilità di Fidel Casto nei confronti degli Stati Uniti che già immediatamente dopo la rivoluzione tentano, inutilmente, un rientro nel paese per poter sfruttarne i giacimenti. E poi c’è il Venezuela, soprannominato “Venezuela Saudita”, per le sue immense ricchezze petrolifere, ricchezze tuttavia mal gestite, come l’ economia di tutti gli stati sudamericani di quegli anni. Pochi oligarchi in Venezuela accentrano i guadagni della vendita del petrolio e la corruzione diventa una piaga incontrollabile nel paese. Nel 1983 il Venezuela sprofonda in uno stato di grave crisi che mette il paese in ginocchio. Nel 1992, appunto, un gruppo di ufficiali dell’ esercito di fede politica socialista (che dichiaravano l’ appartenenza al Movimento Bolivariano) tentano un colpo di stato per far cadere il governo corrotto, tentativo fallito. Molti degli ufficiali riescono a fuggire ripiegando nel vicino Perù mentre il colonnello Hugo Chavez viene arrestato, destituito e incarcerato. Una volta libero, nel 1995 fonda il movimento politico “Quinta Repubblica” col quale, nel 1995, riesce a divenire presidente della repubblica. Uomo integerrimo, fedele alle proprie idee, degno erede dei grandi eroi della libertà in Sud America (Josè Martì, Simon Bolivar, Ernesto Guevara e Fidel Castro, di cui fu grandissimo amico fino alla morte). Cattolico praticante malgrado le idee politiche laiche, è un discepolo del socialismo vero, quello votato al benessere del popolo. Primo suo obbiettivo, la lotta alla corruzione e una nuova Costituzione particolarmente avanzata che prevedeva tra i suoi punti salienti l’attenzione ai diritti umani, l’istituzione del “referendum revocatorio” con cui il popolo poteva richiedere le dimissioni di cariche politiche dichiarate inadeguate una volta superata la prima metà della durata del mandato e la modifica della durata del mandato presidenziale da cinque a sei anni, con possibilità di una sola rielezione. Chavez è un grande presidente: tra le opere di, realizzate con un giusto impiego dei guadagni della vendita del petrolio, vi è lo stanziamento straordinario di capitali per la ricerca scientifica, l’aumento degli stipendi degli insegnanti, borse di studio e istruzione gratuita, creazione di una banca etica popolare che finanziasse, a credito agevolato, attività sociali e umanitarie, la nascita di una sanità pubblica costituta sul modello di quella cubana,la creazione di cooperative agricole che sostituivano l’ abolito latifondismo, la gestione nazionalizzata delle estrazioni petrolifere, l’ uscita del Venezuela dalle grandi organizzazioni bancarie e finanziarie mondiali per evitare intromissioni straniere nell’ economia, il blocco della fuga di capitali all’ estero e un processo di rivalutazione del bolivar, moneta nazionale. Vittorie sociali schiaccianti: grazie alla gestione Chavez in Venezuela viene totalmente debellata la piaga dell’ analfabetismo e nasce una nuova generazione di giovani istruiti, avviati alle scuole primarie ed universitarie predestinati ad essere il futuro del paese. Il popolo migliora nettamente le proprie condizioni di vita grazie all’ assistenza sanitaria gratuita e alla vendita a prezzo concordato dei prodotti alimentari, debellando in maniera rilevante la grave piaga della mortalità infantile. Oltre che aver ridotto in maniera consistente il tasso di disoccupazione e quello delle famiglie in stato di indigenza all’ interno del paese. Fautore dei diritti umani, non recepisce in legge il matrimonio gay per via del suo credo religioso e dei limiti culturali del paese, pur non dichiarandosene contrario mentre nel 2009 promulga una legislazione all’ avanguardia per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto e per la repressione dell’ omofobia. Ma tanta grazia porta anche tanti nemici: aver tolto alle major americane i diritti di sfruttamento del petrolio, il voler essere voce in capitolo all’ interno dell’ OPEC (l’ organizzazione mondiale dei produttori di petrolio) e l’ aver costituito un asse di ferro con un altro socialista, il cubano Fidel Castro, per limitare l’ ingerenza statunitense nella zona ne fa un personaggio poco amato dagli Stati Uniti. Nel 2001 l’ opposizione tenta di organizzare uno sciopero generale contro di lui, che non ottiene risultati. E l’ 11 aprile del 2002 subisce come Salvador Allende in Cile e Juan Domingo Perón in Argentina un colpo di stato, l’ ultimo finanziato in Sud America dalla Cia, che riesce a destituirlo. Segue una guerra civile in cui il popolo non accetta la sua destituzione e dopo soli tre giorni “El presidente” rientra nel paese e riassume il governo per acclamazione popolare. E, ultima umiliazione inflitta ai sedicenti paesi civili, il Venezuela nel 2010 è uno dei primi paesi al mondo a recepire e ratificare il trattato di Kyoto per la difesa del clima e dell’ ambiente: umiliazione perchè grandi paesi come USA e Giappone non lo recepiscono, volendo essere liberi di continuare ad inquinare. Uno dei dilemmi che mi vengono posti dai miei amici (per via delle mie simpatie filocastriste), è: “meglio una brutta democrazia come quella italiana che abbandona il popolo al suo destino o una buona dittatura che coltiva la crescita sociale della sua gente, che ne garantisce i diritti e il buon tenore di vita?”. Io la risposta la conosco.