GENOVA, LE PROTESTE DEI PORTUALI SULLE ARMI DIRETTE IN YEMEN HANNO FATTO CENTRO

GENOVA, LE PROTESTE DEI PORTUALI SULLE ARMI DIRETTE IN YEMEN HANNO FATTO CENTRO

Nel frattempo la compagnia di trasporto aveva cercato di dimostrare che i generatori potevano essere utilizzati sia civilmente che militarmente, salvo essere poi smentita dalle ricerche fatte dalle organizzazioni pacifiste a partire dall’Opal. Sempre in questi giorni il presidente della giunta ligure, il forzista leghistaGiovanni Toti, aveva attaccato lavoratori e sindacati portuali magnificando la produzione militare ligure e la necessità per il porto di Genova ditrafficarein armi. Con ogni evidenza la logica di Toti, come quella del governo, è “bombardiamoli a casa” e poi operare affinché chi cerca di scappare dalla guerra muoia nei campi di prigionia libici o attraversando il Mediterraneo. Contro Toti e le destre, la lista dellaSinistraha sostenuto la lotta dei lavoratori portuali e organizzato per il 21 giugno alle 18, nella sala del Cap del porto di Genova, una assemblea pubblica disostegnoai lavoratori portuali. Questa assemblea non a caso sarà presieduta dal camalloRosario Crivelli, che nelle liste della Sinistra è stato candidato per le Elezioni europee. Pd e M5S, come su tutte le vicende che chiedono una scelta chiara, non pervenuti. Da questa vicenda, che non è finita e che chiederà la prosecuzione dellamobilitazione– perché adesso la compagnia di trasporto sposterà via terra i generatori militari dal porto di Genova per cercare di farli partire da qualche altro porto – mi pare sia utile sottolineare due elementi. Innanzitutto che la lotta produce dei risultati. Nonostante uno schieramento avverso assai nutrito, icamalligenovesi, con la lotta, hanno determinato un esito positivo che erano dieci anni che non si vedeva. La prima considerazione è quindi che la volontà diconflitto, la determinazione nell’azione è in se un elemento fondamentale per cambiare le cose. L’idea che viene propagandata quotidianamente secondo cui non si può fare nulla, secondo cui siamo impotenti, ecc. è semplicementefalsa. Se si fa si cambiano le cose. Come dicono le madri diPlaza de Mayo, l’unica lotta che si perde è quella che non si combatte! La seconda considerazione è che tutto questo è stato possibile grazie a un gruppo di lavoratori portuali che ha agito con determinazione, attorno a cui si sono schierate l’azione della Cgil e l’iniziativa della Sinistra. Senza il protagonismo di questo gruppo di lavoratori nulla sarebbe stato possibile. In una situazione in cui la vulgata egemone è quella di Toti, e cioè che visto che debbono mangiare i lavoratori è bene che sianoindifferential loro lavoro, al fatto di produrrebombeo biciclette, mi pare un fatto da sottolineare. Anche dentro l’asfissiante palude pentaleghista in cui viviamo, dentro questo senso comune che teorizza lasubalternitàcongenita dei lavoratori nei confronti dell’azienda, esistono gruppi di lavoratori che pensano e agiscono comeclasse operaia, cioè con una propria visione del mondo, diversa da quella padronale. Esistono dei lavoratori che pensano che se non vogliamo le guerre non dobbiamo imbarcare gli armamenti e che i lavoratori hanno i diritto e il dovere di dire la loro sulprodottodel loro lavoro, su che cosa fanno nelle otto ore in cui lavorano. Esistono lavoratori che rivendicano di essere persone che hanno il diritto di dire la loro, e non solo forza lavoro.Giù il cappello, perché questa è la civiltà!