REGENI, ANCORA POLVERE SULLA VERITÀ (NON SOLO SUGLI STRISCIONI)
Non trova pace Giulio Regeni.A distanza di tre anni dal suo assassinioanche gli striscioni appesi sui balconi sembrano dar fastidio.Come la ricerca ossessiva della verità da parte dei familiari. Che chiedono, anzi pretendono di sapere come perché e da chi il loro figlio sia stato torturato sino alla morte.Tre anni di silenzi,di verità nascoste, di omissioni dei fatti. Tre anni di promesse conclusasi sempre con un nulla di fatto.Tre anni di silenzi omertosi che gridano GIUSTIZIA. La ricerca di una verità che non arriva. Le scritte sui muri fatte da comuni cittadini egli striscioni appesi sui balconi istituzionali sono come piccoli lumini accesi per non dimenticare.Per non arrendersi. E perché non accada nuovamente ad un altro Giulio in un’altra parte del mondo. ‘Storia vecchia’,ha detto il neo-sindaco di Sassuolo di fede leghista. Via, si tolga lo striscione dal balcone del municipio,la vicenda non è più di attualità e tra l’altro, in centro storico, non è certo un belvedere, impolverato com’è. Ci sarebbe da domandarsi, caro primo cittadino, se non sia preferibile uno striscione impolverato piuttosto che uno strato di polvere su una verità che forse i familiari non vedranno mai. E che dire della solidarietà espressa a giustificazione di quell’atto che ha il sapore amaro dell’oltraggio. L’ennesimo. Anche perchéarriva due giorni dopo un’altra rimozione, quella voluta dal governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga: ‘Per non strumentalizzare quella morte politicamente’,sostiene.Scelte incomprensibili.O forse no. Di certo danno da pensare
