CORSIE PREFERENZIALI, MORIRE A BOLOGNA

CORSIE PREFERENZIALI, MORIRE A BOLOGNA

Era grasso.Molto.Era incazzatoMolto.Frequentava Bologna per le fiere e di conseguenza, per le fighe.All’inizio dell’anno però era successo un casino.Enorme.E non si era più ripreso.Durante i soggiorni bolognesi, il signor Ambrogio era solito stare in albergo in zona fiera, passeggiare nel quartiere Unipol, andare a sentire delle conferenze al CUBO, mangiare della carne di mucca nel ristorante in Via Stalingrado, fare il Buson Tour o caricare qualche prostituita in Via Stalingrado, portarla in albergo e scattare delle foto alle Torri di Kenzo o a Porta Europa.Stava lì perché non ne aveva voglia mezza di prendere un taxi e andare in centro.“Figa costano un casino” diceva.“Perché a Milano no?” gli dicevano le standiste del Cersaie.“Uè testina. Secondo te io a Milano prendo i taxi? Secondo te io vengo qui alla Fiera a perdere tempo a vedere i monumenti che mi han detto che in ‘sta città manco ci sono? Io devo produrre, produrre, produrre”.Questo fino all’anno scorso, dove al Cersaie aveva conosciuto una bolognese, una certa Gianna Cazzi che lo aveva convinto a spostarsi in auto per il centro di Bologna.Trascorsero varie serate in giro per la città.Giravano in auto.Una decappottabile.Stavano bene.Molto.Una sera in Via del Pratello a momenti faceva a botte con tutti.“Oh testine! Spostatevi che non riesco a passare!”La macchina di Ambrogio quella sera prese tanti di quei calci che non vi dico, ma che risate e che notti indimenticabili insieme a quella tipica bellezza bolognese.Fu una settimana di vasche in centro, rigorosamente in auto a fare delle tirate in Via Santo Stefano, Via Saragozza, addirittura in periferia, tipo Via Andrea Costa.Che serate.Era settembre.Era ancora caldo.Molto.Puntuale come le tasse arrivò però gennaio e con esso 10.750 euro di multe indirizzate al signor Ambrogio Navigli, reo di aver circolato con l’auto sulle corsie preferenziali e in zone a traffico limitato.Fu un duro colpo.Dopo una dura giornata di lavoro, il milanese partì da Milano.In auto.Arrivò a notte fonda a Bologna.La prima cosa che fece fu percorrere i viali a tutta birra, voltare a destra per Via Santo Stefano, percorrere la preferenziale in direzione centro e frenare a un metro dalla telecamera RITA.Scese dall’auto, estrasse la pistola dalla fondina e sparò alla telecamera mandandola in frantumi.Quella fu la prima.Le distrusse tutte.SIRIO, RITA, non guardava in faccia a nessuno.Bang! bang!Aveva scaricato la mappa delle telecamere dal sito del Comune di Bologna ed era arrivato in città per portare a termine il suo piano di vendetta.Arrivato in Via Carracci davanti all’ingresso nuovo della Stazione di Bologna l’auto si fermò.Aveva finito la benzina.Aambrogio chiamò un taxi.Salì a bordo.“Mi porti in Via Palagio Palagi” disse.“Vuole dire in Via Pelagio Palagi” replicò il tassista.“E cosa ho detto io?”“Ha detto Palagio Palagi hahaha. Lei non deve essere di Bologna vero? No perché quella via i forestieri la sbagliano tutti e dicono Pelagio Pelagi, Palagio Pelagi e allora io mi diverto a spiegare questa storia ai turisti”“Mi accompagni per favore qui” disse Ambrogio, indicando il punto di una telecamera.L’ultima che gli era rimasta da abbattere.Il taxista lo accompagnò.Fecero prestissimo.“Sono quindici euro disse”“Quindici euro? Ma non ci penso neppure” disse Ambrogio.“Dammi i soldi” disse il taxista.“No” disse Ambrogio che estrasse la pistola e sparò alla telecamera.Poi si mise in ginocchio, si puntò la pistola in bocca per farla finita.Non riuscì a sparare.Cadde a terra.Di faccia.Infarto miocardico acuto.Per alcune settimane i bolognesi tornarono a popolare il centro della città a bordo delle loro autovetture.Fu bellissimo.Poi tutto tornò come prima.