LA GUERRA PROSSIMA VENTURA. DOVE PORTA L’ESCALATION DELLA CRISI TRA IRAN E USA
I rapporti tra USA e Iran, negli ultimi anni, non sono mai stati idilliaci e in queste ore, tra Hassan Rouhani e Donald Trump, la tensione è a livelli altissimi.La sensazione globale è che si sia in procinto di uno scontro militare, ma se ciò dovesse accadere davvero le conseguenze sarebbero a dir poco devastanti, visto che ad essere coinvolte sarebbero due potenze nucleari. Ma certo il comparto militare industriale ragiona in termini diversi: Washington deve scaricare sull’antica Persia i missili stivati nei silos per rimetterne altri in produzione e pubblicizzarne la vendita a terzi. Gli ultimi mesi hanno visto “i Due” impegnati in aspre discussioni diplomatiche, che in realtà, poco hanno avuto di diplomatico. Non sono mancate le minacce, le sanzioni, fino a che i due Capi di Stato sono riusciti a scadere addirittura negli insulti personali. Hassan Rouhani, ha definito il presidente americano “disturbato” e Trump per tutta risposta ha dichiarato di essere pronto ad “annientare” l’Iran. Scontri così aspri, da ferri corti, hanno rievocato i periodi della fine del 2017 quando tra USA e Nord Corea volarono epiteti e allusioni a “bottoni più grossi” tra il Tycoon e Kim Jong-un, che entrambi a dirla tutta, non condividevano soltanto un’inquietante capigliatura, ma anche un insano e consapevole desiderio di “menar le mani” a suon di missili a testata nucleare. Questi episodi ricorrenti dell’Amministrazione americana, lasciano trasparire una ovvia instabilità delle politiche estere. E in particolar modo gli attriti con Hassan Rouhani mostrano l’attuale situazione di stallo nel Golfo. Tra Donald Trump e Hassan Rouhani, ormai lo scontro è sul piano personale. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei e otto comandanti militari, negandogli l’accesso a risorse finanziarie. Gli USA hanno inoltre minacciato misure contro il ministro degli esteri Javad Zarif. Il presidente iraniano Hassan Rohani, nel corso di un incontro con i suoi ministri in diretta tv, il giorno seguente alle sanzioni, ha detto: “Mentre fate appelli ai negoziati, cercate di sanzionare il ministro degli Esteri? È evidente che state mentendo”, riferendosi chiaramente alla solo presunta intenzione degli Stati Uniti di aprire trattative con l’Iran.Rouhani ha quindi descritto il presidente USA come un uomo “afflitto da un disturbo mentale”, affermando che le sanzioni contro Khamenei sono “oltraggiose e idiote”, precisando che l’anziano religioso iraniano ormai ottantenne, non ha attività all’estero e non ha intenzione alcuna di viaggiare negli Stati Uniti.E il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Abbas Mousavi, in merito alle sanzioni ha dichiarato che: “il canale diplomatico con gli USA è definitivamente chiuso, per sempre”. L’uomo più potente del mondo deve però aver confuso l’attuale guida suprema Khamenei con Ruhollah Khomeini, l’ispiratore della “rivoluzione islamica” del 1979 che è morto il 3 giugno del 1989 a Teheran. Infatti nel video diffuso dalla Casa Bianca si sente chiaramente Trump pronunciare le parole: “L’ayatollah Khomeini”. La Russia ha giudicato le sanzioni americane contro l’Iran “sconsiderate e destabilizzanti”. In una nota del ministero degli Esteri russo si legge: “Le autorità americane dovrebbero pensare bene a dove possa condurre questa politica imprudente”. Con chiara allusione alla possibilità che l’aggravarsi della situazione e le crescenti tensioni possano innescare un conflitto bellico. Steven Mnuchin, il segretario al Tesoro americano, ha illustrato l’intenzione degli Stati Uniti di congelare miliardi di dollari di fondi attivi all’Iran. Una misura giudicata dalla stesso Trump come una “risposta forte e proporzionata”, il presidente ha inoltre aggiunto che se gli USA finora sono stati “moderati”, non significa che continueranno su questa linea in futuro. Le minacce americane insomma sono piuttosto esplicite e naturalmente archiviato l’ultimo barlume di diplomazia, cresce la voglia di far paura, come nelle consuete abitudini delle Amministrazioni americane. Un “lupo” l’America, che proprio non vuol saperne di perdere il vizio… A controbilanciare le sorti dell’escalation di tensione tra i due Stati, ci ha pensato lo stesso Trump (almeno apparentemente), che ha dichiarato di essere “impaziente di rimuovere tutte le sanzioni contro l’Iran”, ma subito, e in aperto disaccordo con Nancy Pelosi, speaker della Camera, ha anche aggiunto: “Non ho bisogno dell’approvazione del Congresso per un attacco all’Iran. Mi piace l’idea di avere il Congresso a fianco ma non serve la sua autorizzazione a procedere, in caso di attacco”. Forse quest’aggiunta Trump si è sentito di farla per dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che lui può fare quello che vuole! Altrimenti che razza di uomo più potente del mondo sarebbe? John Bolton, consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha spiegato, tentando una difficile difesa del Presidente, come Trump abbia “tenuto aperta la porta per veri negoziati, tutto quello che l’Iran deve fare è attraversare quella porta aperta”.Bolton è in riunione a Gerusalemme coi colleghi di Russia e Israele e al centro della riunione c’è proprio la questione irachena che lo stesso Bolton definisce “una fonte di belligeranza e aggressione” in Medio Oriente. Va notato che il “falco” della casa Bianca, ancora due mesi fa diceva: “To stop Iran’s bomb, bomb Iran” che tradotto vuol dire: per fermare la bomba iraniana, bombardiamo l’Iran. Un concetto maledettamente pericoloso che riesce a superare anche la locuzione latina: Si vis pacem, para bellum.
