ADDIO A JOAO GILBERTO CHE CON VINICIUS DE MORAES E JOBIM CREO’ LA BOSSA NOVA

ADDIO A JOAO GILBERTO CHE CON VINICIUS DE MORAES E JOBIM CREO’ LA BOSSA NOVA

L’ADDIO A JOAO GILBERTO NON CANCELLA IL RICORDODI UNA STREPITOSA EDIZIONE DELL’ESTATE ROMANA, QUANDOLA CAPITALE ERA STIMOLATA DALLE FIAMMATE GENIALIDI RENATO NICOLINI. PENSARE AD OGGI FA STRINGERE IL CUORE Se ne è andato João Gilberto Prado Pereira de Oliveira in arte João Gilberto, che assieme ad Antônio Carlos Jobim e Vinícius de Moraes, alla fine degli anni Cinquanta creò la bossa nova. Nell’estate del 1983, Joao Gilberto – assieme a Gilberto Gil, Caetano Veloso, Gal Costa, Maria Betana – fu protagonista di una magnifica manifestazione, “Bahia de todos os sambas”, dieci giorni di balli e canti al Circo Massimo con i massimi artisti brasiliani. Artefice era stato Renato Nicolini, un giovane docente universitario iscritto al Pci, che era diventato per caso assessore alla Cultura e già da anni aveva promosso una striscia di eventi all’insegna dello svago intelligente e di massa, l’Estate romana, che oggi nel deserto mentale delle attuali amministrazioni, appare una sorta di Paradiso perduto. L’ idea era di tenere assieme «alto» e «basso», mescolando con ironia cultura pop e cultura impegnata. L’Estate romana fece scuola nel mondo, nacquero eventi poi replicati altrove e altri, invece inimitabili: come la proiezione davanti al Colosseo del Napoléon di Abel Gance. Il severo Pci di quegli anni non amava Nicolini: “La cultura non è solo avanguardia», ammonì Giorgio Amendola. Replicò il sindaco Argan: «Quando si dice cultura dell’effimero, ci si riferisce al precedente del barocco romano» e perciò «contrapporre l’effimero allo storico dimostra sprovvedutezza». “Effimere” erano anche le splendide canzoni di Joao Gilberto, che hanno lasciato un segno, assai più duraturo di tante espressioni culturali permanenti.