UN ANNO FA LA FINE DI UN INCUBO PER I BABY CALCIATORI DI THAM-LUANG
Il 10 luglio di un anno fa, la fine di un incubo per i 12 baby calciatori thailandesied il loro giovanissimo coach rimasti intrappolati nella grotta di Tham Luang. Diciassette giorni di inferno per loro e di timore per la loro sorte che pareva ormai segnata. Le operazioni di salvataggio tennero incollati davanti alla tv milioni di telespettatori in tutto il mondo per via della pioggia battente e del fango che ne rallentava il recupero. Poi ad uno ad uno, fuori dalla maledetta grotta.Per loro si mobilitò mezzo mondo, ai 5 sommozzatori della marina militare thailandese si aggiunsero altri 13 volontari internazionali esperti in immersioni in grotta. Una squadra di eroi che operò ininterrottamente, in condizioni atmosferiche proibitive, per restituire alle loro famiglie‘i cinghialotti’,come venivano chiamati calcisticamente. Fu un’esperienza drammatica per quei 12 ragazzinie per quel giovane allenatore che non aveva previsto a fondo quali pericoli potessero nascondersi all’interno della Tham Luang. Si parlò di prova di iniziazione.Una sorta di prova di coraggio della tradizione thailandese, che imponeva ai ragazzi di entrare nel tunnel, arrivare in fondo e scrivere il proprio nome sulle pareti, lasciando fuori zaini e scarpe per poi uscire il più velocemente possibile.Una prova che non andò per il verso giustovista l’improvvisa inondazione dovuta alle piogge monsoniche di quei giorni. Tante le polemiche che si andavano a sommare ai timori per le loro sorti.Poi il miracolo. Il ritorno alla vita, la fine di un incubo
