SONO BIAGIO, PALERMITANO E AIUTO GLI ULTIMI
Dove c’è sofferenza c’è lui. Dove c’è miseria c’è ancora lui.Dove ci sono gli ultimi, i derelitti, gli ‘scarti’ dell’umanità è lì, in prima fila. Accudisce i migranti, lotta per loro, dorme con loro, per terra, sotto i ponti, ovunque possa essere di sostegno e conforto.Per i ‘suoi’ fratelli senza distinzione di colore, razza religione e qualunque altro discrimine abbiano creato i fortunati nati e cresciuti nell’altra metà del cielo. Quella baciata dalla fortuna e dalla ricchezza.Ma anche per chi è nato sotto lo stesso cielo e poi dal destino è stato bastonato, escluso, relegato in un cantuccio. Sono venticinque anni e passa che Biagio Conte, palermitano doc, figlio di costruttori e con un futuro già ben spianato,ha dato un calcio all’agiatezza e alle certezze della vita per dedicarsi agli ultimi.Il pensiero che ci fossero persone che non avessero neanche un tozzo di pane da mettere sotto i denti è stata la molla che ha cambiato la sua vita.Ha cominciato così, aiutando prima i poveri del suo quartiere, con quel che aveva. Poi ha rivolto lo sguardo ai senzatetto della Stazione centrale e a quelli degli altri quartieri della città. Dapprima da solo poi con l’aiuto di qualche volontario che poco alla volta sono diventati dieci cento trecento e passa. Portavano cibo coperte medicine e soprattutto calore umano.Carezze per quei cuori incartapecoriti dalla miseria e dalla solitudine. Smette i suoi abiti e indossa il saio fatto di tela verde oliva, il colore della speranza e della rinascita. Pronuncia i voti, Biagio, di povertà castità e obbedienza.E’ un missionario laico,un novello Francesco d’Assisi, il cui unico scopo è prestare assistenza agli ultimi.Oggi ne nutre e assiste oltre mille nelle sue tre Missioni di speranza e carità. Chi lo ascolta ne rimane affascinato. Due occhi azzurri penetranti, un sorriso luminoso, la barba ben curata ed una parlantina coinvolgente. Avrebbe potuto fare di tutto nella vita.Ha scelto di stare con loro, dalla parte chi non ha voce. Per loro si adopera sino allo sfinimento, urla lotta s’arrabbia.Chiede, anzi pretende attenzione. E diritti. Dalle istituzioni che devono fare e non fanno. Per farsi ascoltare digiuna e intraprende lunghi pellegrinaggi.Come quest’ultimo che lo sta portando a Bruxelles.Vuol parlare con i ‘grandi’ del mondo.Chiedere loro perché volgono la testa altrove davanti agli ultimi che scappano da guerre e miserie. Non molla Biagio.Ha fede e passione e un bastone da pellegrino come compagno di viaggio. Un unico rimpianto, non essere riuscito a far comprendere a suo padre quanto la sua scelta fosse la più giusta.L’unica per Biagio, un tempo costruttore edile,oggi costruttore di ponti di pace
