IO, SERVITORE DI TRE PADRONI

IO, SERVITORE DI TRE PADRONI

Sono trascorsi esattamente venti anni da quella volta che riuscii a battere Arlecchino prodigandomi come servitore di ben tre padroni. Accadde a Positano dove il clou dell’estate nel 1999 era rappresentato dal concerto-evento di Ornella Vanoni e Toquinho. A quei tempi ero un free lance e scrivevo per il Corriere del Mezzogiorno, collaboravo per il Giornale e corrispondevo per l’Ansa. Ebbene, tutte e tre le testate mi chiesero di coprire lo stesso evento ma ognuna con modalità diverse: l’Ansa voleva la nuda cronaca, il Corriere del Mezzogiorno il parterre degli spettatori vip e il Giornale l’intervista a Toquinho. Fu una sfacchinata ma riuscii ad accontentarli tutti e tre. Arrivato nel pomeriggio a Positano, subito mi relazionai con il collega del Cormezz che avrebbe fatto la cronaca del concerto (eh già, all’epoca si mandavano anche due giornalisti a coprire un fatto di spettacolo se ne valeva la pena!) Il collega in questione era Pasquale Elia, oggi ai vertici della redazione spettacolo del Corriere della Sera, al quale però mi guardai bene dal dire che stavo lavorando anche all’intervista a Toquinho per il Giornale. Riuscii a parlare con l’allievo di Vinicius de Moraes grazie ad una felice intuizione: beccarlo al telefonino mentre era in viaggio per venire a Positano. Fu disponibile e parlò pure di Ricky Martin che allora andava per la maggiore. Fatta l’intervista, la scrissi, in condizioni di fortuna, velocemente mentre tutt’intorno cresceva l’attesa per il concerto. Una volta inviata via fax (le mail non erano ancora così diffuse), cominciai a lavorare sul dispaccio d’agenzia. Nel frattempo dovevo tenere d’occhio le presenze vip. In questo mi diede una grande mano lo storico corrispondente di Positano Michele Cinque. Mi ritrovai a scrivere ancora mentre il concerto aveva inizio. E così mentre gli altri colleghi, compreso Elia, se lo godevano seduti nelle prime file, io continuavo a lavorare per aggiornare i miei pezzi al chiuso di una stanza. Senza mangiare nulla. Tornai a notte fonda a casa. Stanco ma felice