STORIE DI ANIMALI E DI UOMINI. LA VITA BREVE DI PEPE

STORIE DI ANIMALI E DI UOMINI. LA VITA BREVE DI PEPE

Qualche giorno fa Lisa ed io eravamo a pranzo. All’improvviso dei belati incredibili, quasi degli ululati ma con una voce roca e sottile, quasi un filo di voce. Forse arrabbiata o forse come un mendicante che chiedeva l’elemosina. Mi sono affacciato. Una gattina di tre o quattro mesi chiedeva aiuto. Le si contavano le costole, magrissima. Pareva che avesse una fame di secoli, eppure era cucciola ancora. Non si faceva avvicinare,aveva paura dell’essere umano. Credo che l’essere con cui era venuta a contatto non l’avesse per niente trattata bene. Le detti un mezzo barattolo di Briciola, ma lei non si avvicinava. Mi ritiravo di qualche metro e lei cominciava a mangiare con una ingordigia inverosimile, come se non avesse mangiato da giorni e forse da molti giorni non mangiava, Poi due o tre manciate di chicchini, fatti fuori anche quelli e poi ancora una bustina di Wiskas. Ma non si faceva avvicinare, troppo brutto doveva essere l’uomo nei suoi ricordi, pochi ricordi della sua vita di cucciola. Sono scesi anche Luna e Riccardo e tutti e tre ci siamo messi a vedere quello strano pasto, quella contentezza esagerata di una gattina che finalmente mangiava.A Luna ricordava una sua gatta di un tempo si chiamava Pepita. Chiamiamola Pepe ha detto. Va bene.I suoi puntini e picchiolini marroni su un pelo scuro la facevano davvero assomigliare alla spezia.Per tre giorni è venuta da noi, sempre con quel suo lamento atavico, di chi è affamato da secoli. Anche stamani, le ho dato da mangiare perché Luna e Riccardo erano a scuola. Poi sono andato alla posta a pagare un bollettino.Al ritorno Pepe era distesa sull’asfalto della strada,Ho fermato la macchina. L’ho raccolta. Era morta sul colpo. Una smorfia sul muso sembrava un sorriso. Era morta da qualche minuto, era ancora calda e non aveva nessun rigor mortis. Sembrava un flaccido pelouche quando l’ho presa fra le mie mani.La sua breve vita era terminata, ma forse, spero, non si è accorta di morire. E’ morta a pancia piena, non affamata. Forse era il massimo che la sua breve vita poteva concedergli.Stava ritornando a “casa” di là dalla strada e del fiume e non ce l’ha fatta. Riccardo l’ha vista, non potevo farla vedere a Luna. Ho scavato una buca velocemente, l’ho accomodata come se stesse sulle mie ginocchia, e forse fra qualche giorno ci sarebbe veramente stata e l’ho sotterrata. Ciao Pepe che la morte ti sia più leggera della breve vita che sei stata costretta a vivere, che la terra, la mia terra che ho scavato per te, siano il tuo giaciglio, dove finalmente sei in pace. Ciao Pepe.