CIAO TOTÒ. UOMO DALL’IRRIDUCIBILE SORRISO
Con Totò dovevamo sentirci in questi giorni, l’avrei chiamato e rassicurato: “l’ho fatta quella telefonata, non pensare che l’abbia scordato”, la telefonata che ti serve per quel tuo studio su Raniero Panzieri, cocciuto socialista eretico dimenticato, dirigente nazionale approdato in Sicilia negli anni Cinquanta, quando noi eravamo bambini. A Totò piace intrecciare storie e studi sulla Sicilia e il resto d’Italia, la Sicilia e il mondo. Totò ha raccolto documenti sulla detenzione di Mommo Li Causi, ostinato combattente, nel carcere a Perugia, quando rispose alle torture di un compagno di cella investendo a male parole il direttore fascista: “Lei è un assassino o un imbecille, scelga!”. Totò ha trovato carte e tracce della vita di un altro formidabile dissidente della sinistra, Mario Mineo, che insegnò sempre a Perugia, dopo aver tumultuosamente attraversato il dopoguerra Siciliano, il Psi, il Pci, i trotzkisti…Con Totò non ci sentivamo per anni, poi come nulla fosse riprendevamo a parlare, a ricordare… Mi ha convocato nella “sua” Perugia, dove era rimasto a vivere da solo in pensione, dopo anni di insegnamento nei licei, un paio di volte per discutere di libri e di sinistra, e di libri di sinistra, e di mafia e di politica, e di politica mafiosa davanti ai giovani di Libera, che Totò animava sin dalla fondazione.L’ultima volta, a Roma, in una giornata caldissima, eri infagottato di lana, e mi hai consentito di riannodare ricordi sparsi e perduti del Sessantotto a Palermo, perché noi che avevamo vent’anni nel 1968 quell’anno l’abbiamo tatuato nella memoria, e parlammo di politica, di filocinesi, di giovani democristiani rampanti né di destra né di sinistra, di Peppino Impastato, di ragazze, di professori, di libri, di giornali. E rammentavi tutto e tutti, nomi e cognomi, e tutte le canzoni popolari che raccoglievi con acribia nelle campagne e i vicoli della “tua” Campobello di Licata, e che ci cantavi con voce baritonale nella Facoltà occupata, cinquant’anni fa. Alcune le ho ritrovate più tardi nel tuo magnifico archivio blog, pieno di “chicche” di stimoli e di idee.“Ti accompagno alla stazione Termini, attento con quel fascio di fotocopie”, fogli su Panzieri scelti e raccolti alla Fondazione Pietro Nenni; ora da Perugia saresti andato in Sicilia a trovare la madre anziana e inferma, ma al ritorno saresti passato da Roma: “…quell’appuntamento con Macaluso per parlare di Panzieri, lui è interessante, è stato il più sinistro della destra comunista, e Raniero era il più sinistro del Psi… mi raccomando…”, ” Certo, Totò, ci vediamo a settembre”. E ora che è venuto settembre, scopro da Facebook, da Walter Cardinali di Libera di Perugia, che non ci sei più. Ciao Totò, Lo Leggio Salvatore e grazie, anche a nome di tutti quelii che avevano vent’anni nel Sessantotto a Palermo e che affettuosamente ancora ricordavi con nitidezza per nomi, cognomi, idee, tic, vizi privati e pubbliche virtù, e forse si erano scordati di te, delle tue idee, e del tuo irriducibile sorriso.
