MIA MADRE COETANEA DI MARGHERITA HACK

MIA MADRE COETANEA DI MARGHERITA HACK

RIFLESSIONE DI QUALCHE ANNO FA. MA SEMPRE ATTUALE.Se fosse viva, la mia mamma, avrebbe più o meno la stessa età di Margherita Hack. Anche lei amava, di notte, contemplare le stelle, ma ad occhio nudo, senza cannocchiale. A differenza della Hack, però, esclamava sempre piena di stupore: « Ma guarda un po’ quando è grande Iddio…». La signora Margheritainvece, non riesce a intravedere nessuno dietro le galassie. Lei è atea. Una volta, interrogata sull’esistenza di Dio, ebbe a dire: « Credere in Dio? Per me è come credere alla befana». Stupisce, e non poco, che l’argomento “ Dio” venga accantonato dalla signora – presidente onorario dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti – con tanta fretta. La curiosità è una dote fondamentale dello scienziato. Egli deve fare attenzione a tutto, non tralasciare niente.Deve essere intelligente, caparbio, intuitivo. Vede cose che gli altri non riescono nemmeno a percepire, e va per la sua strada. Purtroppo nemmeno un poco della stessa curiosità, la signora Hack riesce a riservare alle ipotesi “ Dio”, “ Vita eterna”, “ Aldilà”. La fede è un dono, è vero, ma anche una ricerca personale. Prima di eliminare con un colpo di spugna, per esempio, i miracoli di Lourdes, uno scienziato dovrebbe prenderli in seria considerazione. In gioco non c’è l’esistenza o meno di una lontana stella che gli strumenti non riescono a individuare: in ballo c’è il meglio della vita. Si, perché se dietro l’universo e la vita umana c’è una Intelligenza che chiamiamo Dio, tutto cambia.La signora dice che tutto dipende dal cervello. Resta da capire perché mai il mio cervello, formatosi per caso, abbia a ragionare in questo modo. Perché mai un mondo nato per caso diventa comprensibile solo se studiato dall’ intelligenza umana. Perché mai l’uomo, giunto per caso sulla terra, cerca un significato, un senso da dare alle sue azioni e si ribella all’idea di finire nel niente eterno. Mercoledì scorso, durante una puntata di “Porta a porta”, si parlava dell’aldilà. La signora Hack non era in studio, ma collegata da Trieste. Ad un certo punto c’è stata una battuta che sarà sfuggita a molti. Le voci in studio si accavallavano a quella della Hack che non capiva se poteva o no parlare. Seccata per non avere la parola ha esclamato: « Ma che ci sto a fare qui?».Ecco, senza volerlo – un lapsus? – la signora ha fatto la domanda più sensata che possano farsi gli uomini: «Che ci stiamo a fare qui, su questa terra?». Come non si ammettono approssimazioni nel campo della scienza, altrettanto deve avvenire nel campo della fede. La vita, come sabbia, ci sfugge dalle mani. La signora Hack ha quasi 90 anni. Deve pur chiedersi con serietà – lasci ai bambini la befana – per quale motivo sia passata sulla terra. Le mille scoperte della scienza rendono più comoda la vita, ma da sole non bastano. L’uomo si pone domande, cerca un senso; vuole essere felice; vuole sapere che ne sarà di lui dopo la sua morte. Occorre avere una grande umiltà, perché siamo tutti sulla stessa barca. C’è chi, come accadeva alla mia mamma, fa più fatica a non trovare Dio piuttosto che a scovarlo. Ma c’è anche chi studia le galassie e il corpo umano fermandosi solo a ciò che vede. Mettendosi in reciproco ascolto queste persone possono farsi un grande bene. Scienza e fede. In fondo si va sempre alla ricerca di un perché. La luna non ci cade in testa perché…C’è vita sulla terra e non su Marte perché…Ma perché gli uomini non si accontentano di mangiare, bere e divertirsi? Perché hanno sempre bisogno di andare oltre? C’è stato un uomo, che ha avuto la pretesa di essere anche Dio, Gesù di Nazaret, che, con la sua vita, morte e risurrezione ha incantato e incanta milioni di persone. Prima di passare oltre, facciano di tuttogli uomini, per incontrarlo almeno una volta nella loro vita.