SI INCONTRANO SOLO DISOCCUPATI, IL GIOVEDI’ AL SUPERMERCATO.

Quando ancora lavoravo, uno dei “colpacci” che tentavo di fare era prendere una delle numerose e troppe ore di permesso retribuito che avevo maturato e che non sono mai riuscito a godere per andare a fare la spesa in una giornata infrasettimanale: cosa utile e bella che mi permetteva di evitare, al sabato, una lotta all’ arma bianca in supermercati pieni zeppi e un pomeriggio intero finito a fare spesa e coda alle casse per pagarla. Tutto sommato anche da disoccupato è una opportunità interessante: il giovedì si fa la spesa tranquilli, il venerdì si fanno le pulizie in casa e il week end si incontrano parenti e si gioca con la bimba piccola, senza sprecare tempo prezioso per gli affetti famigliari per pulire casa. Uno degli aspetti più terrificanti di questi tempi moderni è scoprire che il mio caro vecchio giovedì pomeriggio non è solo una intuizione mia (una volta capitava al massimo di incrociare anziani che si passavano il tempo facendo un giro al supermercato e qualche mamma con bimbo molto piccolo, probabilmente ancora a casa in congedo di maternità) ma è diventato una consuetudine generalizzata: ora al supermercato il giovedì pomeriggio dopo pranzo è tutto un fiorire di famiglie che fanno spesa, padri con i loro bambini e tanti, tanti giovani. Una volta affrontavo la mia spesa da sereno, consapevole di essere uno dei pochi lavoratori che era riuscito a prendere un permesso dall’ azienda, ora che sono disoccupato faccio fatica ad immaginare che tutta questa gente sia riuscita a chiedere permessi retribuiti all’ azienda in cui lavorano: probabilmente sono cassintegrati o, come il sottoscritto, disoccupati che cercano di impiegare produttivamente il proprio tempo cercando di non ingolfarsi il week end. Tutti disoccupati: un antico proverbio diceva “mal comune, mezzo gaudio” ma l’ essere disoccupati è un male ormai troppo comune che non si allevia stando in compagnia. Come ebbi modo di scrivere tanto tempo fa, queste sarebbero state le elezioni più importanti della storia, elezioni che avrebbero deciso il futuro di un paese che avrebbe potuto NON avere un futuro, visto quanto succede in altri paesi europei. Ormai non esistono più facili colpi di genio che possano facilmente risollevare la situazione. Non possono essere imposte nuove tasse per il mantenimento dello stato, più di quanto abbia fatto l’ uscente governo Monti: entro il 30 aprile molte aziende dovranno chiudere il bilancio dell’ anno 2012, un bilancio che, oltre che la crisi recessiva, dovrà scontare un inasprirsi degli oneri fiscali alle imprese. E’ lecito immaginare che questi deficit di bilancio, ove non condurranno a chiusure e fallimenti di aziende verranno ripianati (o almeno lo si tenterà) con tagli dei costi, e il costo più facile da tagliare purtroppo è quello delle retribuzioni e i contributi per il personale dipendente, cosa che renderà nulle le prospettive di una ripresa dell’ occupazione (o almeno di una riduzione dei licenziamenti) per l’ anno 2013. Anche i lavoratori dipendenti, ma soprattutto i disoccupati, non potranno tollerare inasprimenti del carico fiscale a proprio carico. E aumenterà ulteriormente il numero degli evasori fiscali per gravi difficoltà economiche: avendo avuto l’ anno scorso per un certo periodo di lavoro uno stipendio e per il resto indennità di disoccupazione, dovrò fare la dichiarazione dei redditi senza poter pagare l’ erario. avendo ormai dissanguato i risparmi per mantenere la famiglia; avere a luglio ancora qualche soldo per poter pagare le tasse allo Stato sarà un risultato miracoloso. Io, ma anche tanta gente intorno a me: a marzo tra amici liberi professionisti che pagano la spesa con carta di credito per averla addebitata il mese successivo (sperando ma senza alcuna certezza di incassare fatture sospese), amici che per mantenere lo stipendio in famiglia dovranno dimettersi come dipendenti ed aprirsi la partita iva come liberi professionisti e chi si è ritrovato, anche in strutture che una volta davano garanzia di continuità occupazionale, intimato un licenziamento collettivo per riduzione di personale (venti miei ex colleghi solo venerdì scorso) e, quelli relativamente più fortunati, quelli che erano già disoccupati ormai temprati al peggio e senza traumi per brutte nuove novità. Praticamente non si incrocia più nessuna persona ottimista o che possa dare buone notizie rincuoranti. Non possono essere fatti ulteriori tagli sui servizi al cittadino: Bologna, una città che fino a qualche anno fa aveva una sanità all’ avanguardia a livello europeo, ora ha drasticamente ridotto le prestazioni; sale operatorie ridotte al minimo delle funzionalità, tempi di attesa per operazioni ordinarie e non in emergenza ormai divenuti biblici e reparti di degenza minimi e sotto organico dove, chi è stato operato o chi è stato trattato in pronto soccorso, non appena rattoppato e ricucito viene rimandato a domicilio. “Se dovessero esserci problemi di convalescenza o di decorso post-operatorio torni pure”: ancora non abbiamo avuto i nostri morti per malasanità, ma per chi si era abituato ad un’ assistenza sanitaria degna di un paese evoluto è dura adeguarsi al peggio. Non si vogliono fare tagli sulle spese militari, anche se spesso si fanno acquisti onerosi, inutili e per equipaggiamenti bellici con finalità poco rispettose dell’ articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, forse per evitare di dover restituire, per i pochi disonesti fortunati, tangenti già incassate o benefits già ottenuti. E fare un prelievo forzoso sui conti correnti bancari della gente come proposto a Cipro sarebbe poco produttivo, dato l’ elevato numero di persone prive di reddito o in stato di grave indebitamento. Qualcosa bisognerà fare perché mentre in vecchie legislature degli anni settanta e ottanta era possibile campare di rendita, ora ormai di cose che rendano tanto su cui poter campare in politica non ce ne sono più tante. Venticinque per cento a testa a PDL, PD e Movimento cinque stelle, dieci per cento alla lista Monti e il resto a partiti vari ed eventuali. Chi governerà? Il PDL, partito da sempre monocratico e Berlusconi-centrico sta incassando le condanne nei processi del proprio leader e, in giorni recenti anche del suo braccio destro nelle attività imprenditoriali e nella fondazione del partito. Che ha inscenato un siparietto pietoso con la manifestazione dei parlamentari PDL al tribunale di Milano dove mi sono chiesto come mai i Reparti Celere della Polizia del defunto Dott. Antonio Manganelli (se non phisique du role come dicono i francesi, cognome alquanto indicato) che recentemente non hanno risparmiato manganellate (vere) agli studenti che stavano manifestando pacificamente autorizzati dalla Prefettura non abbiano almeno cercato di allontanare questi, che stavano recando disturbo alla quiete pubblica con un assembramento non autorizzato. E che, nella conclamata marcia di protesta a Roma del 23 marzo hanno dovuto assoldare figuranti (per lo più anziani e disoccupati) che a pagamento andassero a rimpolpare una manifestazione altrimenti troppo priva di assertori e sostenitori. E il Movimento Cinque Stelle, che a tutt’ oggi si è guadagnato notorietà solo per le gaffes dei propri parlamentari che millantano lauree, ammettono e poi smentiscono possibilità di accordo con le opposizioni, fanno revisionismo storico dai toni buffi e superficiali decantando il fascismo buono e mantengono atteggiamenti spocchiosi e scortesi con i propri colleghi parlamentari di altri partiti vantandosene su Facebook, Twitter e i principali social networks, con toni degni del peggiore bullismo. Non si stanno guadagnando notorietà invece con le proprie attività, visto che come risultato di un programma elettorale confuso, populista e poco reale hanno concluso il loro primo mese di legislatura con un tristissimo zero nella lista dei disegni di legge proposti per l’ approvazione. Il loro deputato Adriano Zaccagnini dichiara alla stampa “non abbiamo personale adeguato per le nostre attività” , dimostrazione vivente dell’ inadeguatezza del Movimento Cinque Stelle, composto principalmente da caciaroni allo sbaraglio ma privo di figure politiche di degna caratura e competenza tecnica. Dicono che non sosterranno alcun accordo ne governi di grandi intese, reclamando con solo il 25% dei voti ottenuti e senza alcuna intesa con altre forze politiche un governo tutto loro: promulgare leggi (che già adesso hanno ammesso di non saper fare) è compito complesso e gestire un ministero è attività complessa per specialisti, tecnici e politici di lunga carriera, figurarsi per dei ragazzi giovani impreparati senza alcuna esperienza e con poche conoscenze in materia. Resta il PD, frastornato dalla sconfitta elettorale: non nei numeri, essendo anche se per pochi punti percentuali il maggior partito italiano, ma nella sostanza perché se solo fossero andati alle elezioni un anno e mezzo fa, appena caduto il governo Berlusconi, avrebbero sicuramente stravinto non avendo praticamente la concorrenza con un PDL allora allo sfascio e di un Movimento Cinque Stelle troppo acerbo e disorganizzato. Hanno preferito attendere dando tempo al PDL di riorganizzarsi ottenendo un risultato elettorale eccellente che non poteva essere previsto e al Movimento Cinque Stelle di attuare e concludere una campagna elettorale che, seppur all’ insegna del chiasso, del populismo e delle facili promesse ha ottenuto risultati pesanti. Preferendo sostenere per un anno le politiche liberal-assassine del governo Monti, screditando fortemente l’ immagine di partito democratico e progressista. Stanno attuando le consultazioni per la formazione del governo, fino ad oggi improduttive visto che, a quanto sembra, più che un confronto sui temi sociali e sui gravissimi disagi che sta subendo il popolo italiano sembrano più delle scaramucce con l’ ex fidanzata rancorosa. Domani sarà giovedì, giornata di spesa: ho tanta nostalgia di quando il mercoledì tentavo di chiedere due ore di permesso retribuito alla mia Direzione per poter fare spesa il giorno dopo in tranquillità, quando farla ti faceva incrociare solo pensionati e pochi altri in un supermercato vuoto. E purtroppo i supermercati vuoti torneranno, visto che la crisi recessiva che stiamo vivendo sta producendo in continuazione disoccupati e conseguentemente perdita di reddito per le famiglie: la middle class, quella che riusciva ad arrivare dignitosamente a fine mese affrontando le spese necessarie si sta estinguendo, visto che i più fortunati stanno sopravvivendo consumando i risparmi di famiglia, i medio fortunati debbono mantenere la famiglia con 800 euro di indennità di disoccupazione mentre i più derelitti, quelli che hanno già esaurito i risparmi di famiglia e i sei mesi di indennità di disoccupazione pagata sono stati abbandonati a loro stessi in uno stato di totale di difficoltà e di indigenza.