SIGLATO L’ACCORDO DI RAPPRESENTANZA, ARGINE AL DUMPING CONTRATTUALE
La definiscono una giornata importante. La soddisfazione oltre che evidente è stata dichiarata da tutte le parti in causa, ovvero, INPS, Confindustria, CGIL,CISL,UIL.L’oggetto dell’accordo raggiunto dalle parti sociali con INPS e Confindustria rimanda all’attuazione del Testo unico della Rappresentanza.Non si tratta solo di mettere una punteggiatura migliore a percorsi burocratici (a prima vista potrebbe sembrare ma sarebbe sbagliato, ndr) quanto di contrastare il dumping contrattuale portato avanti da una miriade di “pirati della contrattazione al ribasso”.Impossibile non essere d’accordo con il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, quando afferma che “la concorrenza non si fa sui lavoratori ma sul mercato dei beni e dei prodotti”. Si apre in questo modo la strada verso l’emanazione di una legge sulla rappresentanza. Vogliamo dar credito alla ministra del lavoro Nunzia Catalfo che si è impegnata a intraprendere un percorso attivo in tal senso.Nel mirino quindi, il fenomeno dei contratti pirata. L’accordo raggiunto sancisce la validità dei contratti se firmati dai sindacati che rappresentano il 50% più uno degli iscritti.E’ del tutto evidente che la soddisfazione maggiore non può che essere quella raggiunta dai sindacati confederati che vedono finalmente attuato l’accordo interconfederale che porta la firma delle tre organizzazioni sindacali già dal 2001.“Siederanno al tavolo della trattativa solo i sindacati che avranno il 5% di media tra iscritti e Rsu”, questo stabilisce il nuovo accordo ratificato nella giornata di oggi ( 9 settembre 2019, ndr).Sicuramente non mancheranno le polemiche da parte di organizzazioni “minori”, ma resta il fatto che il numero dei contratti pirata, di cui si avvertiva il sentore ma non l’entità precisa, secondo Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, è “una quantità senza precedenti”. Sempre lo stesso Landini auspica che quest’accordo abbia la capacità di fare da “apripista per completare le intese in tutti i settori” che fino ad oggi hanno vissuto di contratti a ribasso, concorrenziali solo perché fatti sulla pelle dei lavoratori (come sopra affermato dal presidente dell’INPS Pasquale Tridico). E’ dunque guerra aperta al dumping contrattuale, che, per non sembrare pedanti, va spiegato che significa “applicazione di contratti firmati da organizzazioni datoriali e sindacali non maggiormente rappresentativi e che applicano forme di ribasso delle tabelle contributive non conformi”.“Dare validità erga omnes ai contratti”, è la parola d’ordine usata nell’occasione e significa ESTENDERLA NEI CONFRONTI DI TUTTI. Via le disparità date da contratti capestro o stipulati con contrattazioni a ribasso.“Diamo valore al lavoro”, afferma la segretaria della CISL, Annamaria Furlan. A questa frase ci permettiamo di aggiungere qualcosa di più, forse sarebbe meglio dire “dare valore e riconoscimento sociale alle persone che lavorano”, visto che il lavoro è pur sempre un MEZZO, uno STRUMENTO che ci dovrebbe permettere di vivere più o meno bene (se e quando si ha la fortuna, oggi come oggi, di poter far parte dello stesso mondo del lavoro).Sono quindi le persone, i lavoratori, a beneficiare di questo accordo che offre la possibilità di estendere la contrattazione tra parti sociali e mondo dell’imprenditoria, in maniera universale (per quanto possa essere possibile) evitando di cedere al bisogno di lavorare con contratti mal tutelati o più bassi di altri.Combattere la miriade di contratti capestro è da oggi sicuramente più facile, e nello stesso momento aiuta a disincentivare il ricorso al lavoro nero.
