A PROPOSITO DEI LOTTI DI FARMACI RITIRATI O SOLO VIETATI DALL’ AIFA
La casa produttrice del Buscopan ANTIACIDO ci tiene a precisare che il suo farmaco non è stato ritirato, ma è stato vietato l’uso di alcuni lotti in attesa di verifiche di sicurezza, e giustamente sottolinea che questo farmaco non ha niente a che vedere con l’antidolorifico che ha lo stesso nome ma altro principio attivo. Come sempre capita in questi casi, la confusione è massima: i consumatori dovrebbero verificare che i prodotti che hanno acquistato corrispondano o meno al lotto sospetto, ed ovviamente pochi hanno questa capacità, soprattutto le persone più anziane che sono i maggiori utilizzatori di farmaci in generale. Capirci di principi attivi diversi per farmaci che hanno lo stesso nome: non ci si raccapezza. Il dubbio che qualcuno abbia messo in commercio medicine potenzialmente cancerogene è destinato ad attanagliare moltissime persone, e sottolineare che il ritiro o il divieto di uso sono stati decisi solo a scopo precauzionale non basta a scacciare l’angoscia. Il primo istinto è buttare tutto nel secchio, ma sarebbe un errore interrompere una cura: rivolgersi al medico curante per una terapia alternativa, è il consiglio di Aifa. Di contorno, come sempre, tutti gli “alternativi”, quelli che predicano l’uso dei ritrovati più strampalati, inutili e davvero pericolosi ci si buttano a pesce su storie come questa: vedete che big Pharmakronos vi avvelena. Lo hanno fatto anche ai tempi del Fluad, il vaccino antinfluenzale ritirato perché alcuni lotti sembravano sospetti, poi fu scagionato dall’Istituto Superiore di Sanitá ma nel frattempo i novax avevano convinto molti a non vaccinarsi, e ci fu un boom di morti per influenza, quell’inverno. Adesso, dato che stiamo rivivendo lo stesso film dei sartani, antipertensivi ritirati per lo stesso problema industriale, ovvero la formazione di impurità potenzialmente dannose durante la lavorazione, sarebbe ora che i produttori per primi imponessero ai fornitori di materia prima ( il principio attivo in questo caso fatto in India) degli standard industriali al di sopra e al di là di ogni problema. Perché seppure in questo caso nessuno morirà di cancro, dato che è la dose che fa il veleno e le ammine rintracciate sono solo un residuo di lavorazione, ne va di mezzo la credibilità dei farmaci stessi e la serenità di chi li assume.
