ULTIME DEE SUPERSTITI: GIUSTIZIA E LIBERTÀ

ULTIME DEE SUPERSTITI: GIUSTIZIA E LIBERTÀ

Un’ aula di Tribunale. Austera come deve essere.Severa come deve essere.Alte le mura e grandi finestroni a fare entrare una luce filtrata da spessi tendaggi.A volte la luce caparbia entra prepotente, impavida, baldanzosa nonostante il polveroso senso degli articoli, dei commi, dei cavilli. Altre volte stenta a farsi strada. Solo il pulviscolo in controluce indica che in fondo, in alto, fuori, c’è il sole nonostante i dicktat dell’ uomo e delle sue regole necessarie. Una mattina di fine estate. Un’ udienza come tante. Coi ritmi uguali ai respiri dei pachidermi, coi tempi delle ere geologiche. Intenta a leggere un atto ostico che mi impegnerà in un duello dialettico, veemente e verbale con un essere umano che in quell’ aula si chiama controparte. La posizione degli scranni dei giudici è nella sua classica forma semicircolare.Al centro il presidente.Il banco davanti a lui, imponente. Scolpita una parola. Una sola a caratteri cubitali: LA LEGGE. Mi sono chiesta alzando lo sguardo per vedere meglio: – dov’è il resto di quella rassicurante frase ” la legge è uguale per tutti”? – Non c’era seguito a quella ieratica parola. La Legge.Alle spalle del presidente un dipinto. Enorme. Una croce e su quella croce un Cristo sofferente. Non so chi ne fosse stato l’ autore. Un chiaro scuro a rappresentare il travaglio di un corpo che muore di ispirazione Caravaggesca. Ho trattenuto il respiro. Per un attimo mi sono sentita smarrita. Collegando quella parola , La Legge , a quel dipinto , un Cristo in croce, mi sono domandata: – dov’è la Giustizia? – Avvertivo in quell’aula l’ esigenza fisica di sentirne ancora la carezza… Ieri la Corte di Assise di Roma ha pronunciato una sentenza con tre ergastoli per gli esponenti del Clan Spada. I telegiornali hanno dato la notizia e poi hanno intervistato il sindaco che aveva partecipato al processo, quasi che lo scoop fosse la partecipazione del primo cittadino in quell’aula. Immaginiamo , perché dovremo immaginarlo dato che è stato più rilevante per i media mandare in onda l’ intervista al sindaco, il momento della lettura di questa miliare sentenza:- In nome del Popolo Italiano …si CONDANNA ….alla pena dell’ergastolo! – Immaginiamo che in quell’aula aleggiasse la Giustizia accanto alla Legge. Poi il vortice di una giornata che assorbe come accade ogni volta che in un’ aula ogni avvocato fa valere la sua verità. Uscendo mesta, il percorso della giornata si compie. Davanti a me un blocco con due statue.. Quante volte non l’ avevo neppure sfiorato con lo sguardo!!. Di fretta gli ero passata accanto. Oggi è stato il blocco a pararsi davanti. Due statue su un basamento. Corpi di donna. Guerriere. Una più imponente con un gladio in mano levato verso il cielo. L’ altra più esile con le ali. Entrambe sguardo verso un orizzonte lontano, fiere, indomite, inarrestabili. Sul basamento la risposta che che ancora oggi cercavo:Ultime dee superstiti ” Giustizia e Libertà” .