LA GRANDE NEMICA: IL LIBRO SUL CASO BOLDRINI, OVVERO LA SPECIALITÀ SCATENATA NEI SOCIAL
La storia crediamo di conoscerla, l’abbiamo vista svilupparsi sotto i nostri occhi in questi anni, ma non è così. La realtà è peggiore di come l’abbiamo percepita e ce la svela molto beneFlavio Alivernini nel suo libroLa grande nemica.Chi meglio di lui, che èal fianco diLaura Boldrinicome responsabile della sua comunicazione, può raccontare cosa è stato quel film dell’orrore che ha trasformato una parlamentare italiana con una lunga esperienza nell’Agenzia ONU per i rifugiati, nella responsabile di tutti i mali del nostro paese.Un racconto in presa diretta della campagna di odio costruita ad arte ai danni di Laura Boldrini,quando viene eletta Presidente della Camera e cavalcata ogni giorno prima dai 5 stelle poidal segretario della Lega Salvini, che pare sempre più ossessionato dalla parlamentare. Non c’è diretta Facebooko tweet nel quale non la citi riversando su di lei risentimento e rancore. Una campagna, si scopre leggendo le rivelazioni di Nicola Biondo, all’epoca uomo macchina della comunicazione M5S, che ha però le sue radici negli uffici della Casaleggio Associati, in quella strana creatura azienda-partito che gestisce i 5S. Era il 2014 igrillini erano furibondi con la Presidente della Camera per avere bloccato una maratona ostruzionisticacontro l’approvazione di un decreto che prevedeva l’abolizione dell’IMU sulla prima casa e la riorganizzazione della struttura proprietaria di Banca Italia. Biondo, raccontacome si decise con Giandomenico Casaleggio, per ripicca, di lanciare in rete sul blog di Grillo la domanda: “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina”. Si scatenò l’inferno. Messaggi indicibili, il peggio del peggio. “La scaricherei subito sulla statale, magari fa un po’ di cassa extra”; “Cazzo in bocca, per farla stare zitta e non sparare più minchiate; “La mettoapecora e poi la fotto”. Sono solo alcuni degli insulti. L’odio era stato doganato in rete. Salvinicon la sua bambola gonfiabile paragonata alla Boldriniarriva dopo e la sua operazione da bulloaggrava ancora di più la situazione. Il segretario leghista e la sua Bestia, quel Luca Morisi che guida lamacchina della sua propaganda, hanno raffiguratola parlamentare come laresponsabiledi ogni reato compiuto da un immigratofacendola diventareil bersaglio preferito degli odiatori, il capro espiatorio sul quale riversare le peggiori invettive. Viene addirittura coniato il terminerisorse boldrinianeper indicare qualsiasi straniero compia un’azione illegale in Italia. L’odio crescee le minaccealla Boldrini si allargano anche alle persone a lei care.Un’operazione criminale la definisce Flavio Alivernini che mostra la manipolazione messa in atto in modo miserevole da Salvini. Da augurarsi che non accada mai a noi o a qualcuno a cui teniamo quello che ha dovuto subire Laura Boldrini in questi anni. Gli insulti al libro sono stati ripresi per fare le fascette del libro con anche il nome dell’autore dell’insulto Dopo lo shock iniziale, c’è stata però la riscossa.Boldrini ha reagito e ha incominciato a fare i nomi degli odiatori e delle odiatrici, in alcuni casi finiti a loro volta nel tritacarne che è il web. Come non ricordarele scuse pubblichee vigliacche di chi era stato beccato a lanciare insulti tragici. Da leoni da tastiera a conigli in fuga. “Chiedo fermamente scusa per le parole che ho detto, mi vergogno aveva cercato di recuperare una donna di 61 anni. A volte si fanno certe cose nella completaignorantagine.Sono una signora tranquilla e la stimo… ora insultano anche me.” Matteo Camiciottoli, il sindaco di Pontinvrea, nell’entroterra savonese, che aveva augurato lo stupro alla Boldrini è stato condannato a pagare una multa da 20 mila euro. Ha fatto bene l’ex presidente della Camera a non subire. Il suo è un caso ancora aperto, del quale non c’è abbastanza consapevolezza in Italia e forse non c’è stata abbastanza solidarietà. Lo si capisce leggendoLagrande nemicaun libro cheè stato coperto di insulti prima ancora di essere letto, non appenala casa editrice che lo pubblicaha annunciato sul suo sito che poteva essere pre-odinato. Non c’è un lieto fine nella storia che viene raccontata, perché il caso Boldrini è ancora aperto. Leggendolo siimpara però che si puònon abbassare la testa,lottare per i propri valori e la propria dignità, combattere contro i prepotenti ei bulli e si può anche vincere. Laura Boldrini lo ha fatto ed oggi è una tra le politiche italiane più seguite sui social ed è un esempio di come il web possa essere usato in modo intelligente, non solo per odiare. La sua battaglia continua, perché di odiatori ebulli sono pieni gli scantinatidell’indecenza…
