FIGLI VENDUTI ALLA VIOLENZA

“La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”, diceva Gesualdo Bufalino e forse per questo che con tutti i mezzi hanno voluto distruggere la Scuola pubblica.“Repubblica”: uno studente di 17 anni è stato denunciato dalla polizia di Modena per aver colpito con un pugno allo stomaco un docente di una scuola della città. Insieme a un altro studente ancora da identificare, è entrato nella scuola dove i due sono iscritti, entrando poi dentro un’altra classe. Quando il docente è intervenuto per allontanarli, il 17enne lo avrebbe quindi colpito con un pugno, prima della fuga. L’alunno ha spiegato di essere entrato in classe per fare visita ad alcuni amici e si è scusato per il gesto commesso, dichiarando di aver perso il controllo trovandosi in una situazione che mai si era trovato a gestire.In un’Italia dove si discute ancora sull’apertura dei porti, sulle unioni omosessuali, sullo Jus soli, dove la politica non dà certo esempio di rettitudine e di questione morale, certi ragazzi trovano il terreno fertile per rappresentare tutto ciò che noi in classe cerchiamo di far dimenticare. Un’educazione la loro, affidata alla solitudine, alla mancanza di ascolto, alla mancanza di parole. Figli venduti alla violenza, allo squallore, ad un pugno da non perdonare. L’educazione deve passare anche attraverso la sconfitta, al rifiuto, alle porte sbattute in faccia, ad un mondo che non accoglie ma farà di tutto per umiliarli quando penseranno di piegare qualsiasi cosa. Dobbiamo educarli alla perdita, al fallimento, coltivando in loro la resilienza, la sopportazione, insegnando loro a rialzarsi ogni volta che il selciato è così vicino alla loro bocca, da respirarne l’odore acre. Perché devono capire che non c’è nulla di sicuro nella vita, non c’è nulla che si ferma. Forse arriveranno ultimi, ma non sconfitti dall’ignoranza e dall’ inconsapevolezza. E quel pugno dovranno sentirlo ogni volta che i loro occhi incontreranno lo sguardo del mondo.