GRUBER E LA FAZIOSITÀ DEI GIORNALISTI PROGRESSISTI

GRUBER E LA FAZIOSITÀ DEI GIORNALISTI PROGRESSISTI

Quando negli studi di Lilli Gruber c’è un ospite della Lega (Salvini ma anche Borgonzoni) o comunque distante da lei, la brava giornalista diventa faziosa, sale sulla voce degli intervistati e se la risposta non le piace, fa una smorfia. Si può obiettare: ma fa domande ficcanti. Sì, è vero, fa domande ficcanti e fa benissimo. Ma perché non le fa quando ci sono Bersani, Zingaretti, Prodi o Di Battista? E a chi osserva la tv con animo disincantato, non può che scattare un sentimento di forte simpatia per l’intervistato. Fosse anche quello che la pensa più diversamente da te. I giornalisti progressisti professionalmente più attrezzati, da Michele Santoro in poi, con la loro saccenza e la loro faziosità, hanno fatto nel corso dei decenni autentici danni. Alla credibilità del mestiere giornalistico. E anche alla parte politica che in cuor loro, prediligono.