NIELSEN: L’ITALIA PRIMA IN CLASSIFICA NEL RANKING DEI BENI DI LARGO CONSUMO, +4%

NIELSEN: L’ITALIA PRIMA IN CLASSIFICA NEL RANKING DEI BENI DI LARGO CONSUMO, +4%

Ogni tanto emerge qualche segnale positivo, nonostante il processo involutivo che ha imboccato l’economia italiana da circa un anno e mezzo. Si tratta della crescita dei beni di largo consumo, l’Italia è risultata, nel secondo trimestre del 2019, la prima in classifica, rispetto alle altre economie europee, secondo il report trimestrale Nielsen. Nielsen è una multinazionale, un’azienda globale di misurazione e analisi dati, che elabora nel modo più affidabile e articolato il sistema dei consumi e dei mercati, da quasi un secolo. Monitora in modo costante l’andamento macroeconomico in 15 Paesi Ue, e altri 15 in ambito europeo. E’ un Centro Studi targato Usa, e si avvale di metodi d’analisi scientifici e innovazione. La società rientra nell’indice S&P 500 ed è presente in un centinaio di Paesi, ossia una copertura pressoché totale della popolazione del pianeta. L’ultima analisi Nielsen riguardante i beni di largo consumo porta un po’ di ottimismo sull’andamento stagnante dell’economia italiana, che procede a passo di gambero in termini di crescita, e necessita d’impulsi importanti per riprendere un percorso positivo. Incoraggianti anche i dati  sul mercato dell’auto, settembre si chiude con +13,39% (quasi 150.000 immatricolazioni) rispetto allo stesso mese dello scorso anno, decisamente incoraggiante dunque, viste le performance poco allettanti maturate sul piano tendenziale nel settore. Ma intanto fa ben sperare il fatto che l’Italia, secondo i dati forniti da Nielsen, sui beni di largo consumo si sia collocata prima in Europa, con un fatturato relativo alla spesa domestica (generi alimentari e prodotti per la cura della casa e persona) cresciuto del 4%.  Un risultato che vede Il Paese davanti alla Germania in questo ambito, il cui fatturato raggiunge +2,4%. Segue la Spagna con +2,3%, la Francia con +1,3%, e la Gran Bretagna con un fatturato pari allo 0,7%. I dati, come si è accennato, si riferiscono al secondo trimestre dell’anno in corso. Secondo l’Amministratore delegato di Nielsen Italia, Laurent Zeller, per i prossimi mesi in Europa si prevede una flessione nella crescita, dovuta in parte all’instabilita della politica protezionistica degli States, e alla non meno pesante influenza derivante dal tormentato processo in atto sulla Brexit. Si tratta d’incertezze che in primis influenzano i mercati finanziari e gli investitori, e ovviamente condiziona la domanda, in particolare quella sui beni di largo consumo. Preoccupa il trend di crescita in generale nell’Ue, un rallentamento cominciato già oltre un anno fa, e per il quale la Bce ha già programmato interventi di sostegno tramite la politica monetaria espansiva, dichiarazioni rese note nel corso dell’ultima conferenza stampa tenuta dal Presidente uscente, Mario Draghi. Per quel che concerne il Pil, in ambito Eurozona, siamo ben lontani da una crescita media del 2,4% registrata sul finire del 2017, a quasi due anni di distanza siamo ad un ritmo ben più lento: +1,4% su base annua (ossia la crescita tendenziale), mentre nel secondo trimestre 2019 si è registrata una crescita dello 0,2% rispetto al mese precedente (crescita congiunturale). Anche il tasso d’inflazione annuo in Eurozona è ben lontano dal target fissato dalla Bce, ossia “prossimo al 2%”, siamo appena all’1%, e tuttavia si potrebbe recuperare – nonostante il calo dei costi relativi all’energia – sugli alimentari, alcol, servizi e tabacco, che seguono invece il trend positivo in crescita, come si è visto. In ambito europeo non sorprende la Turchia, che evidenzia movimenti positivi per ciò che riguarda la crescita, e conferma pertanto il trend dell’ultimo anno, anche in virtù di un tasso d’inflazione ben più alto della media europea. Buone performance anche per i Paesi ex Comecon, quali Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia.