SPEED KARTING

Erano quelle sere che iniziavano con la lettera S e finivano con le lettere CONFITTA.Erano quelle sere che ci si trovava davanti al Fermi, si stava lì delle ore a prendere freddo, a bere birra fredda, a fumare sigarette, a chiacchierare e a decidere cosa fare.Erano quelle sere che, in mancanza di stimoli, si andava al Luna Park a prendere freddo, a bere birra fredda, a fumare sigarette e dopo si andava alla Morara (o a letto).Insieme a noi c’erano Gianni e Fausto, due ragazzi di qualche anno più grandi di noi, due ragazzi “speciali” che ci frequentavano perché avevano capito che anche noi eravamo “speciali” e tra “speciali” ci si intende.Fausto ad esempio conosceva a memoria tutte le partite di calcio, i marcatori, a che minuto avevano segnato, aneddoti delle partite e tanto altro. Nel suo database aveva anche informazioni sulla data di nascita del suo interlocutore, il nome dei genitori con relativa data di nascita e adorava appoggiarsi a un muro e gridare “Mi tira l’ocaaaaa”.Gianni aveva altri skills, se tu gli dicevi la tua data di nascita lui ti sapeva dire che quel giorno era venerdì e che quella settimana era bella o era brutta (non chiedetemi perché).Gianni pesava 180 chili e aveva la patente.C’erano sere che salivamo a bordo della sua Ritmo e gli dicevano “Gianni andiamo alla Morara”, poi ci accomodavamo nei sedili posteriori con tre o quattro birre, a volte con delle sigarette “illegali” e partivamo per il nostro viaggio Mazzini-Borgo Panigale che poteva durare un’ora e mezzo, ma anche due.Erano quelle sere che andavamo al Luna Park ubriachi a tirare un pugno al punchball, a tirare un pugno ai pupazzi di cartapesta e agli scheletri delle case stregate, a sbattere la testa contro i vetri del labirinto degli specchi, a stordirci sul Matterhorn, ma soprattutto a gareggiare in velocità nel percorso a O dello SPEED CARTING, la pista dei go-kart col bandone di gomma tipo autoscontri.Erano gare fantastiche, con Fausto che si arrabbiava se gli si tagliava la strada, Gianni che bestemmiava perché era arrivato ultimo e attorno a noi subumani da Luna Park sconvolto dalla nostra balotta improbabile/improponibile.A volte insieme a noi c’erano anche delle ragazze, ma dopo un po’ smettevano di frequentarci e a questo ancora non riesco a dare una risposta.Verso mezzanotte si lasciava quel posto infame e sia dava alla Morara, al Casalone o al Dragon’s Pub dove una sera Gianni mi voleva spaccare la testa con un rudimentale sgabello di legno.“Ti tiro un ceppo!” gridò in quell’occasione, prima che i gestori del locale ci cacciassero fuori. Saranno state le tre e mezzo di mattina.Anni di merda veramente.