IL PERDONO E’ ANCHE UN CESENA
E’ difficile dire cosa è il Perdono per un Terranuovese, o meglio non è affatto facile. Mi sono trovato in difficoltà quando una televisione mi ha intervistato e mi ha fatto questa semplice domanda. Fra l’altro non so neppure che Televisione era.Che cosa è il Perdono per te? Un attimo di perplessità, poi ho cominciato pressapoco così:Il perdono è il terriccio morbido dove hanno attecchito le tue radici di ragazzo, Il Perdono è l’humus profumato della tua infanzia, il sapore delle giuggiole. Il Perdono è il profumo dei sedanini con il pollo in umido, il croccante e lo zucchero filato. Il Perdono è la porchetta la mattina del lunedì, e il lampredotto prima dei fuochi. Il perdono è la testa che ti gira appena sceso dal Tagada o dalle Staderine. II perdono sono i tuoi ricordi di bambino quando aspettavi una sera intera per montare sul cavallo nero della giostra del Marchesi, o almeno in quello marrone.Ho detto più o meno queste cose e rimpiango veramente di non aver ricordato un’altra cosa: avrei detto volentieri il perdono è il gorgheggiare all’alba del tordo sassello, il trillare dell’allodola quando il sole è alto. Il Perdono è anche vedere una famiglia di germani che, ancora a buio, si getta nel Ciuffenna, il Perdono è vedere subito dopo arrivare, in quelle poche acque, una coppia di aironi cinerini e ancora un airone bianco solitario. Il Perdono è vedere spuntare dal buio il grande uccello metallico di Giuliano Azzoni, grandissimo scultore ed amico, e lo guardi con altri occhi quell’uccello, ora che Giuliano non è più con noi.Già la fiera degli uccelli. Non esisterebbe il Perdono senza la Fiera degli uccelli e non sto parlando da cacciatore, non lo sono più da almeno vent’anni, ma da amante vero della natura e dell’ornitologia. Sono stato da sempre anche nella giuria di canto. Un tempo ero presidente dell’allodola, poi quando mi trasferii a SanGiustino lasciai tutto e presidente divenne mio fratello che è ancor oggi. Quando sono ritornato a Terranuova per un paio d’anni sono stato giudice del passero e del fringuello e quest’anno quando sono arrivato, molto prima dell’alba, al Gazebo dell’organizzazione ho trovato una sorpresa; ero giudice per il canto della Cesena. La cesena è un turdide, (turdus pilaris) leggermente più grosso del bottaccio (turdus philomelus) e del sassello (turdus iliacus) , leggermente più piccolo della tordela (turdus viscivorus) in altre parole più o meno della dimensione del merlo (turdus merula), ma è molto più bello. La Cesena è più colorata degli altri tordi, non è grigio a puntini neri come il bottaccio o la tordela o nero come il merlo, ma ha il capo grigio con un sopracciglio chiaro, e dal collo parte il colore ocra con i classici punti neri dei tordi, il dorso però è bruno con sfumature rossastre e color ruggine e le ali, dopo vari passaggi di grigio, arrivano al nero nella parte terminale.Ma il fatto è che la Cesena non è un uccello canoro nel senso classico. Il suo verso è gutturale, ripetitivo e privo di modulazioni. Poi la cesena canta sempre nello stesso modo tutto l’anno, non entra in verso a primavera e non canta in maniera melodiosa come il bottaccio o il sassello che Limneo ha chiamato Turdus Musicus oltre che Iliacus. Sarebbe come se il bottaccio zirlasse tutto l’anno o il sassello facesse tutto l’anno i suoi caratteristici sibili.Quindi si trattava di vedere chi cantava e chi non cantava e chi cantava di più. Ma sono stato comunque contento di giudicare le cesene in gara, un bellissimo uccello, un uccello gregario e sociale, una freccia quando si butta in un albero da frutto, in un corbezzolo, in un ulivo dove ancora le olive non sono state colte.E poi la cesena mi ha seguito anche al pranzo sociale, il mio tavolo era proprio il tavolo della Cesena. Si, il Perdono è anche il verso, non bellissimo, di una cesena.
