ADDIO A FLESCA, CRONISTA CHE RACCONTO’ IL MONDO
Giancesare Flesca se n’è andato, a 74 anni, dopo una lunga battaglia contro le malattie. Ma dalla sua poltrona e dal suo letto ha continuato fino a pochi mesi fa il lavoro che ha accompagnato i suoi ultimi anni. Scrivere per i giornali locali del gruppo Gedi. Scrivere di quella che è stata una delle sue più grandi passioni, la politica estera. Articoli precisi e lucidissimi a cui si dedicava con cura e attenzione meticolose.Il mestiere e la cultura di Giancesare vengono da lontano. Comincia ventenne dalla Grecia da dove segue il golpe dei colonnelli come inviato del settimanale Vie Nuove. A 23 anni, nel 1968, viene assunto da Ferruccio Parri all’Astrolabio e inizia a seguire la politica italiana e i grandi fatti di cronaca. Poi, nel 1974, l’Espresso. Io sono praticante al Secolo XIX e lavoro nella redazione romana. Lui, una volta alla settimana, viene a scrivere un commento. Un giorno mi porta a prendere un caffè e mi chiede se voglio andare all’Espresso, dove lui è diventato responsabile del servizio Interni. Il mio sì è praticamente immediato e così Giancesare diventa il mio capo e io entro nel giornale che sognavo. Dopo due anni però torna a occuparsi di politica estera, viaggia come inviato, è a Teheran nel 1979 quando sta per arrivare Khomeini. Ed è lì, nella capitale iraniana, che rischia davvero la vita. Due proiettili sparati da un cecchino lo colpiscono a un braccio e al torace. Viene operato d’urgenza e resta in ospedale per tre settimane. Poi lo scoop: l’ayatollah Khomeini rilascia a lui la sua prima intervista. Per Giancesare viaggiare e raccontare diventa vita di tutti i giorni. Poi, nel 1985, New York, corrispondente per l’Espresso. È l’inizio di un percorso doloroso. A distanza di molto tempo, nel dicembre scorso, abbiamo letto insieme, io seduto sul suo letto, come sono descritti quegli anni nella pagina di Wikipedia che gli è dedicata. Non disse nulla, quindi è come avesse approvato quelle parole. Eccole. «Una progressiva dipendenza dalla cocaina, facilmente disponibile a New York, dove abita con la sua famiglia, ne affievolisce le capacità amministrative fino a portarlo a una clamorosa rottura con l’amministratore delegato del giornale che nel 1988 lo costringe a dimettersi ». Su quegli anni Giancesare scriverà poi un libro insieme all’amico e collega Valerio Riva,Polvere, una storia di cocaina. La sua carriera continua. Inviato di Epoca, capo redattore al Tg3 e, per quasi 30 anni, i commenti sui giornali locali.https://www.repubblica.it/robinson/2019/10/04/news/addio_a_flesca_cronista_che_racconto_il_mondo-237774534/?fbclid=IwAR3cGyAoF_1b8mx5jfPwqiE81s1knJ8xGWIDTwJ15ZHS0VPM0NK4R7LRXyg
