CORTE EUROPEA DIRITTI DELL’ UOMO: NESSUNO TOCCHI CAINO MA ABELE SIA SEMPRE ONORATO
Non ho cambiato idea. Sono sempre garantista fino al terzo grado di giudizio. Ma dinanzi a certe derive non può tacersi. L’ Italia fa parte di un consesso più vasto che, ovviamente, comporta il rispetto di norme sovranazionali. Fra queste le disposizioni della Convenzione dei diritti dell’ uomo che fa sì che chi si senta leso in questi diritti codificati, come l’ equo e giusto processo, come le condizioni di carcerazione e l’espiazione della pena, dopo l’ esletamento dell’ iter giudiziario italiano nei suoi tre gradi di giudizio, possa adire la Corte europea per i diritti dell’ uomo. In Italia vige una normativa specifica per i reati di mafia. Fortemente voluta dai martiri sul campo Falcone e Borsellino. È l’ art. 41 bis del codice di procedura penale che prevede il “carcere duro” per i boss di mafia macchiatisi di efferati delitti da mandanti e/o esecutori e l’art. 4 bis della legge sull’Ordinamento Penitenziario che disciplina i particolari casi di esclusione della concessione dei benefici penitenziari per i condannati di determinati reati, c.d. ostativi, considerati di particolare pericolosità sociale. Fra questi appunto i condannati a ergastolo per reati connessi all’ associazione di stampo mafioso. Ovviamente carcere duro e pena sine die , severa , perentoria, senza concessioni per chi non si pente e per chi non collabora con la magistratura e le forze dell’ordine. Norme volute fortemente da chi ogni giorno, senza proclami, senza fari mediatici puntati sul cerone di scena, ingaggia una spietata lotta contro il malaffare, il sopruso, le angheria con spirito di abnegazione e sacrificio, pagandone, spesso, un prezzo elevatissimo in termini di vita. Norme che lo stesso procuratore antimafia Cafiero De Raho, ritiene essenziali e vitali nella guerra alle cosche. Norme più volte dichiarate conformi alla nostra Costituzione. Nicola Morra , presidente della Commissione antimafia ha dichiarato”La Corte Europea dei diritti dell’uomo deve dichiarare da che parte sta nella lotta alla mafia. È paradossale che davanti alla realtà delle mafie, alla loro capacità di espandersi a livello globale e di penetrare ogni settore della vita democratica, si discute di ergastolo ostativo”. Lo stesso Totò Riina aveva inserito nel Papello, più volgarmente,la diffida allo Stato italiano, scritto in seguito alle stragi 1992, proprio i due celeberrimi articoli spauracchio di ogni boss che si rispetti, quali articoli da eliminare. Nel paradosso degli ultimi anni , nel valzer delle responsabilità nazionali e sovranazionali capita un caso che è destinato a creare giurisprudenza così come ha già fatto discutere qualche mese fa.Un pluricondannato ergastolano autore di efferati delitti di stampo mafioso, tale Marcello Viola, condannato con sentenza passata in giudicato in Italia per associazione mafiosa, sequestro di persona, omicidio e possesso illegale di armi, ha presentato ricorso alla Corte europea per i diritti dell’ uomo. Nei mesi scorsi il ricorso era stato accolto dalla Corte che aveva censurato il comportamento del nostro Paese. L’ Italia, nella persona del suo ministro della giustizia, onorevole Bonafede, ha presentato ricorso in appello alla Grande Camera (Grande Chambre). La Grande Chambre, composta da diciassette giudici, può essere chiamata eccezionalmente a pronunciarsi: su richiesta di una Camera per questioni di interpretazione della Convenzione osu richiesta di una parte della controversia, come una sorta di istanza di appello. Martedì questo ” appello” promosso dall’ Italia verrà discusso. Chissà l’ esito. In ogni caso diverrà giurisprudenza dalla quale non si potrà prescindere nei casi analoghi successivi. E se la CEDU dovesse sanzionare ancora una volta l’ Italia su una questione così pregnante per il nostro sistema giudiziario e per la lotta alla mafia? Quanti saranno i boss condannati ai sensi dell’ art.41 bis in combinato con l’ art 4 bis dell’ ordinamento penitenziario a godere di privilegi e sconti? I boss, i mafiosi hanno la possibilità di modificare il loro status quo, attraverso la “collaborazione”. La loro scelta di vita che li ha condotti a delinquere e a pagare può avere una inversione di rotta se solo decidono di oltrepassare la barricata e di cooperare con le forze dell’ordine. Ma le loro vittime che scelta hanno?Tante volte la CEDU ha sanzionato l’ Italia proprio per la mancata percezione di giustizia da parte delle vittime o dei loro familiari. Vittime che non possono scegliere, cui è stato negato l’ Appello per la loro occasione di vita. No, Europa, non puoi cancellare il valore di norme che hanno prodotto risultati senza mai stridere col concetto di umanità. Perché il perdono e lo sconto presuppongono sempre un pentimento e un ravvedimento operoso.In mancanza il ” carcere duro ” è una libera scelta del criminale. No, Europa, non puoi lavarti le mani come Pilato servendo ora il carnefice ora la vittima. Non quando l’ Italia ancora piange due divise lasciate a terra. Non quando l’ Italia cerca Giustizia, assetata com’è in questo momento storico di certezza del diritto e della pena. Nessuno tocchi Caino, ma nessuno disonori Abele.
