NOBEL PER L’ECONOMIA A TRE STUDIOSI PER L’APPROCCIO SPERIMENTALE NELLA LOTTA ALLA POVERTA’ GLOBALE

NOBEL PER L’ECONOMIA A TRE STUDIOSI PER L’APPROCCIO SPERIMENTALE NELLA LOTTA ALLA POVERTA’ GLOBALE

Il Premio Nobel per l’Economia nel 2019 è stato assegnato a tre economisti che nei loro studi e ricerche hanno orientato la loro attenzione su soluzioni e risposte nuove per alleviare la povertà nel mondo. Si tratta di Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer, che da tanti anni ormai lavorano per un approccio diverso alle condizioni di povertà estrema nelle aree più vulnerabili e disagiate del pianeta. Per un’efficace soluzione di queste problematiche hanno svolto i loro studi  tramite un approccio diretto, soprattutto in diversi Paesi africani e in regioni particolarmente interessate da uno stile di vita precario, al limite della sopravvivenza, in India. Dopo anni di studio sistematico in queste aree hanno elaborato tecniche di orientamento scientifico originali, compresa la ricerca medica, per arrivare a conclusioni concrete che rappresentassero il reale riverbero della condizione di vita di queste popolazioni. Esther Duflo, francese di origine, ha  pubblicato  da tempo il risultato dei suoi studi, diverse le opere diffuse in particolare in Francia, dov’è stata definita ‘economista della nuova sinistra’. Ha sposato Abhijit Banerjee (anch’egli  insignito dello stesso riconoscimento), ed è considerata attualmente tra i 10 economisti più influenti a livello globale. Le sue teorie hanno suscitato l’interesse di Barack Obama e Bill Gates. La Duflo in un’intervista ha dichiarato di ritenersi ‘onorata’ per l’alto riconoscimento, e di auspicare che il suo non sia un esempio isolato, ma possa in futuro ispirare  tante altre donne che hanno a cuore la condizione di povertà di tante popolazioni nei Paesi più poveri del mondo. L’economista ha solo 46 anni, la più giovane dei tre premiati, ma anche gli altri due non arrivano ai 60. L’Indo-americano Banerjee attualmente lavora al MIT (ossia Massachusetts Institute of Technology), così come Esther Duflo, che peraltro, come si è accennato, nella vita sono coniugi. Mentre il terzo, Kremer, americano, lavora all’Università di Harvard. Non c’è un lungo repertorio di Premi Nobel per l’Economia attribuiti alle donne: la Duflo è la seconda ad essere stata insignita di un riconoscimento così importante. La prima in assoluto è stata Elinor Ostrom, che ottenne il Premio nel 2009, per i suoi studi su “Analisi della governance, nella fattispecie sulle risorse comuni”. Anche dieci anni fa il Nobel fu assegnato congiunto all’economista Oliver Williamson. Alla Duflo sta molto a cuore la condizione della donna in relazione al suo apporto allo sviluppo, più volte ne ha denunciato pubblicamente  la discriminazione rispetto agli uomini in ogni ambito del progresso umano, civile e politico: l’assenza di diritti giuridici e soprattutto della dignità. Nel 2010 Esther Duflo è stata invitata all’Università Bocconi, e in quella circostanza il Sole 24Ore pubblicò un estratto della ‘Lecture’ dell’economista, dove tra l’altro si legge: “Le donne nei Paesi in via di sviluppo non seguono lo stesso passo degli uomini in molti aspetti della vita sociale, come il libero accesso all’istruzione, le limitate opportunità di lavoro, rappresentanza politica e diritti fondamentali.” La Duflo sottolineò alla Bocconi che c’è una stretta relazione tra sviluppo economico ed empowerment femminile, inteso nell’accezione più naturale, ossia per quel che attiene l’accesso al diritto di partecipazione allo sviluppo, cure mediche, istruzione, opportunità di lavoro e pari retribuzione, nonché diritto all’attivismo politico e  rappresentanza nelle istituzioni. E sottolineò nel contempo, nella sua relazione, che lo sviluppo economico da ‘solo può svolgere un ruolo di primo piano per ridurre il gap delle disuguaglianze tra uomini e donne’. Per contro, l’inerzia nella lotta alle pari opportunità, è di ostacolo al progresso e allo sviluppo in ogni ambito. E’ stato dimostrato da questi studi, ma anche da tante altre ricerche. E, sempre secondo il pensiero dell’economista Esther Duflo, non è sufficiente lo sviluppo per ottenere condizioni di uguaglianza tra uomo e donna. Il divario si supera in primis con la scolarizzazione e un grado d’istruzione primario e secondario, ma esistono ancora lacune in quella cosiddetta ‘terziaria’, nonostante sia innegabile un certo recupero rispetto al passato. Il discrimine non interessa solo i Paesi in via di sviluppo, la donna continua a subire abusi in ambito lavorativo anche nei paesi il cui grado di progresso tecnologico e civile è molto più elevato, come l’Occidente. Esistono e persistono anche qui polarità che mettono in rilievo le differenze, le donne percepiscono retribuzioni inferiori a quelle dei colleghi uomini, a parità di competenze e qualifiche professionali. E questo a tutti i livelli nel mondo del lavoro. Così come divari esistono in termini di numeri nella rappresentanza politica, anche se qualche passo avanti negli ultimi anni è stato fatto, attraverso l’approvazione di norme che permettono pari opportunità ad entrambi. Il Nobel per l’Economia è stato introdotto per la prima volta nel 1969, e ha suscitato nel tempo non poche polemiche e critiche, per la verità con scarso fondamento. Ufficialmente è stato denominato “Premio della Banca di Svezia per le Scienze Economiche, in memoria di Alfred Nobel”. Il Premio deve la sua istituzione alla “Sveriges Riksbank”, che proprio nel 1969 celebrava i 3 secoli dalla sua fondazione, e a questo alto riconoscimento riservò una dotazione tramite un Fondo speciale che garantisse il conferimento annuale del Premio a chi si fosse distinto con studi e ricerche in ambito economico. Il Premio Nobel per l’Economia pertanto non è stato previsto dal testamento di Alfred Nobel, ma è comunque gestito dalla sua Fondazione, come gli altri che ogni anno vengono assegnati negli altri campi. Le informazioni sui candidati e i criteri di selezione si mantengono segreti per 50 anni. In diversi periodi della storia di questo Premio ci sono stati esponenti politici (in ambito economico e finanziario), che hanno espresso la volontà di abolirlo. C’è stato addirittura chi ha dichiarato che l’attribuzione del Nobel per l’Economia è stata e continua ad essere ‘ragione’ d’imbarazzo, e in qualche modo contribuirebbe a togliere prestigio agli altri Premi Nobel assegnati per la Letteratura, Medicina, Fisica e Chimica, Pace.. Opinioni piuttosto discutibili, che evidentemente non hanno trovato assenso e riscontro nell’Accademia svedese del Nobel. Le Scienze Economiche e gli studi che gli economisti nel mondo portano avanti, contribuiscono in maniera inequivocabile al progresso della società umana, e non solo sul versante economico. Come del resto dimostrano le ricerche dei tre economisti Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer, che quest’anno sono stati  premiati  per i loro indiscussi meriti  nell’ambito degli studi  inerenti le linee di povertà estrema e scale di equivalenza che ne mettono in rilievo i valori.