UNA STORIA AFRICANA
Una storia vera che assomiglia ad un apologo, come quello di Menenio Agrippa. Un centinaio di chilometri a nordovest di Johannesburg (Sud Africa) c’è Pilanesberg, una riserva naturale che si estende su ciò che resta della bocca di un vulcano spento un miliardo di anni fa. Circa 500 chilometri quadrati, pochi per una riserva. Soprattutto pochi per un animale come l’elefante africano, privo di nemici naturali e allo stesso tempo devastante per la foresta a causa delle sue abitudini alimentari, programmato quindi per lunghe migrazioni che consentono alla foresta stessa di rigenerarsi.Per questo motivo in uno spazio relativamente limitato, prima che altre strategie meno crudeli venissero adottate, era necessario tenerne il numero sotto controllo con abbattimenti programmati.Fatta eccezione per gli elefanti, la vita del parco nazionale aveva trovato un suo equilibrio naturale, i grandi felini mangiavano le gazzelle, quelli piccoli i roditori, gli uccelli rane e serpenti e così via mentre iene, sciacalli ed avvoltoi tenevano la savana pulita. Quasi all’improvviso gli elefanti della riserva, circa 300, sembrarono impazzire tutti insieme. Iniziarono a combattersi l’uno con l’altro ferendosi gravemente, ad uccidere i piccoli e ad attaccare e sterminare i rinoceronti bianchi con cui avevano sempre condiviso pacificamente territorio e pozze d’acqua. Che cosa aveva causato un simile catastrofico sconvolgimento non fu difficile da capire. Seguendo una logica demografica che sinistramente ricorda le idee di un noto comico genovese e dei suoi seguaci, si era deciso di indirizzare i programmi di abbattimento verso gli elefanti più anziani. Erano meno belli con le loro orecchione rosicchiate dagli insetti, le zanne giallastre e a volte spezzate, e con quell’andatura indolente e pensosa che faceva sbadigliare i visitatori in cerca di emozioni. Però sotto quell’aspetto così poco accattivante venivano custodite la cultura sociale della popolazione elefantina e l’autorità dell’esperienza, e per le nuove generazioni era naturale come bere e mangiare il guardare verso gli anziani ogni volta che avevano dubbi su come comportarsi. A prendere il posto degli anziani elefanti abbattuti non erano arrivati esemplari più giovani, era arrivato il caos. Post Scriptum: Forse qualcuno vorrà sapere come è andata a finire.Una ventina di elefanti anziani, prevalentemente femmine perchè quella degli elefanti è una società matriarcale, furono trasferiti a Pilanesberg da altre riserve più grandi dove abbondavano. La pace tornò quasi immediatamente. Post Post Scriptum: Quel fucile che avevo in mano circa 25 anni fa serviva solo per sparare in aria in caso di reale pericolo e per intimorire i bracconieri.
