“IL RIFORMISTA” IRRIFORMABILE

Piero Sansonetti e Deborah Bergamini condirettori del “Riformista” che torna in edicola. Che pasticcio è mai questo? Date le premesse, non poteva che venire fuori un’accoppiata insensata. Ho dato un piccolo contributo, in anni lontani, alla nascita del quotidiano arancione, quando c’era un direttore vero, con un’idea in testa, come Antonio Polito. Dopo alterne vicende e vari timonieri, da Stefano Cingolani a Paolo Franchi e Stefano Cappellini, passando di nuovo per Polito, fino al disastro finale con Emanuele Macaluso, “il Riformista” ha provato ad essere una voce libera, non convenzionale, diciamo ragionante, a tratti noiosetta. Non c’era spazio politico, probabilmente, per un quotidiano siffatto e infatti l’avventura è finita malissimo (per quanto mi riguarda avanzo anche 3.200 euro dalla gestione Macaluso, non li vedrò mai). Anche per questo la resurrezione escogitata da Sansonetti & Bergamini, uno di sinistra e l’altra di destra, suona come una lepida trovata, come quando, su La7, Ferrara e Lerner facevano canto e controcanto. “Una testata lib-lab” secondo Angelo Zaccone che ne parla qui sotto. In edicola da martedì 29 ottobre, con una tiratura di 15 mila copie. Temo ampia resa di copie invendute.