LA CROCEFISSIONE DI LORENZO SALIMBENI

LA CROCEFISSIONE DI LORENZO SALIMBENI

La crocefissione di Lorenzo Salimbeni, affresco tardogotico proveniente dall’ex convento di san Benedetto dei Condotti (già santa Maria Novella dei Condotti) nel Borgo di Porta sant’Angelo, è tra le opere più belle della Galleria Nazionale dell’Umbria.Monocroma arricchita da sfumature ocra, dal rosso del sangue nel corpo di Cristo e dal grigioviola delle colonnine laterali i cui capitelli ribassati fanno pensare che reggessero un arco.Colpisce la drammaticità trasmessa dai personaggi che formano un doloroso semicerchio intorno al corpo martoriato di Cristo dai cui piedi il sangue sgocciola fino a terra da non confondere con i segni lasciati dalle candele che ricordano il ruolo svolto da queste opere e il culto di cui erano oggetto.Alla base della croce il teschio ha perso ogni funzione simbolica, non sembra quello di Adamo, per tradizione seppellito nel luogo del monte Calvario dove Cristo fu crocefisso, ma il cranio di un giustiziato in precedenti impiccagioni calpestato dalla soldataglia che ha infierito sul corpo di Gesù (Il nome Calvario potrebbe essere dovuto alla presenza dei teschi dei condannati non seppelliti).A destra, su uno sperone roccioso san Giovanni solo è straziato dal pianto. A sinistra, la Maddalena disperata lancia le braccia al cielo quasi a chiedere d’essere anche lei crocifissa. Sotto, emergono da un denso panneggio la Vergine svenuta sorretta a fatica da due donne una delle quali gira il volto, uno stupefacente sotto in su, verso quello di Cristo a cercare un conforto che in quel momento non potrà ricevere.