GRILLO SALVA DI MAIO DAL CAOS CINQUE STELLE

GRILLO SALVA DI MAIO DAL CAOS CINQUE STELLE

A salvare il didietro di Di Maio(dopo essere stato sconfessato dal 70% degli iscritti che hanno votato contro la pausa elettorale da lui proposta per le regionali in Emilia e in Calabria)arriva il padre e capo vero del MoVImento, ovvero Beppe Grillo. Troppe beghe interne, lamenta Grillo. Troppo personalismi.La leadership di Di Maio non è in discussione, pertanto ‘smettetela di rompere di cxxxxxxi’.Un avviso forte a chiaro ai diversi deputati che si dicono stanchi dell’uomo solo al comando. E che è tempo che si metta in atto una direzione collegiale. ‘Non rompete perché sennò ci rimettiamo tutti’taglia corto Beppe al vertice romano convocato d’urgenza per fissare determinati paletti dopo le crepe di questi giorni. Blindata dunque la leadership di Di Maio e promossa a pieni voti l’alleanza col PD.Che anzi va rinsaldata con la proposta di un nuovo patto, a partire fin dal prossimo gennaio. Musica per le orecchie di Zingarettiche si dice pronto al confronto e a lavorare insieme su una ‘nuova agenda per il 2020. Per costruire un’Italia più giusta, verde e competitiva’. Grillo si spinge oltre e avanza proposte, progetti alti li chiama, che possono essere realizzati in quest’alleanza giallorossa,come il clima, il reddito universale e il salario minimo. Non siamo più gli stessi di prima, chiarisce ai nostalgici duri e puri della prima ora:‘l’entropia è la nostra radice’. Ovvero la trasformazione continua,perché è dal caos che vengono le idee meravigliose.E ci saranno, assicura. Quali però non è dato sapere al momento.Né è chiaro cosa ci sia di ‘meraviglioso’ passare da un 33% di consensi (questo sì meraviglioso) ad un risicato 17% alle europee dopo neanche un anno di governo. Che sarebbe ancor meno, sotto il 10% dicono i sondaggi più accreditati, se si tornasse alle urne in primavera.Un consenso conquistato nelle piazze. Dopo anni di lotte, di vaffa day e di proteste contro un sistema marcio.Da cambiare e riproporre nuovo di zecca. Ma nulla di tutto questo è stato fatto. Se non piccoli aggiustamenti di cui nessuno si è accorto perché i frutti, dicono, si vedranno nel tempo. I fatti ci raccontano di alleanze sbagliate.La prima che che ha fatto piazza pulita di gran parte di quel consenso faticosamente conquistato, e la seconda, un boccone troppo amaro da digerire, perché stipulata col ‘nemico’ di sempre. I fatti ci raccontano di diversi errori commessi. Per inesperienza, superficialità poca lungimiranza. E alla richiesta di autocritica, dopo le batoste subite, più volte avanzate dagli elettori scontenti,non sono seguiti né i ‘miei culpa’ né tantomeno i cambiati auspicati. Si procede a testa alta col vento in poppa, pronti a sfidare altre prove, altri traguardi. Alcuni addirittura ‘alti’.Fino alla prossima débâcle.Perché se una cosa è certa è che questa ci sarà. Con la benedizione del padre. Pertanto smettetela di rompere i cxxxxxxi.