GDF SALVA 149 MIGRANTI, ALMENO 20 I DISPERSI
Nella tarda serata di ieri, tra onde enormi e raffiche di vento una barca con a bordo alcune decine di migranti è naufragata ad un miglio dall’Isola dei Conigli, davanti alla costa di Lampedusa. L’intervento delle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza ha tratto in salvo 149 migranti (133 uomini, 13 donne e 3 bambini), per accompagnarli in porto. Chi si è salvato riferisce di almeno 20 dispersi.Tra questi due uomini, un giovane eritreo e un libico che disperati hanno riferito di non aver trovato tra i superstiti le loro mogli.Il barchino di circa 10 metri si trovava in difficoltà ma non aveva fatto nessuna richiesta di aiuto. E’ stato un cittadino di Lampedusa ad avvistare il barchino in difficoltà a meno di un miglio dalla costa e far scattare l’allarme.Sono state inviate sul posto 4 motovedette della Guardia costiera ed allertati un elicottero e un aereo della Guardia costiera di Catania.L’imbarcazione a causa delle avverse condizioni del tempo si è rovesciata in mare e grazie all’intervento dell’equipaggio delle motovedette, recuperate le persone cadute in acqua.Si spera che anche le due donne che mancano all’appello possano essere recuperate. All’alba di stamani sono stati recuperati due corpi, ma al momento non si conoscono le generalità. Uno dei due parrebbe appartenere ad una donna.Intanto è ancora in mare la nave di Open Arms, che attraverso Twitter ha lanciato un appello: “Onde alte più di 4 metri e non abbiamo ancora un porto sicuro dove sbarcare le 73 persone che abbiamo a bordo, né il permesso di ripararci dalla tempesta. Questa è l’Europa di oggi”.Per la Ocean Viking, invece, Italia, Germania, Francia e Malta hanno fatto richiesta alla Commissione europea dell’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti a bordo. E’ la prima volta che si verifica una richiesta congiunta. E’ stato individuato in Messina il porto di sbarco.Il mare continua ad essere “teatro” di disperazione e morte, notizie come questa fanno quasi parte della quotidianità, per molti ” l’ovvia” conseguenza di scelte poco ragionate.Conclusioni a cui si arriva facilmente quando si possiede una casa, un lavoro, una collocazione serena nel mondo. Non è per tutti così, a molti, a troppi continua a mancare la possibilità di vivere in un luogo in cui non si conosca desolazione, abbandono, guerra, in cui poter pensare di costruire un’avvenire degno di essere vissuto.Si scappa, si inseguono sogni, ci si offre un’altra possibilità. Spesso la fuga si trasforma in un percorso ad ostacoli duri, difficili da superare e quando e se, si riesce a giungere a destinazione, ciò che attende chi cerca di sopravvivere è solo sfruttamento, razzismo, clima di sospetto e di intolleranza, che seppur ed in molti casi, ben mascherato non perde occasione per emergere dalle profondità buia dell’anima che assomigliano a quelle del mare. Non diciamo nulla di nuovo, ma possiamo constatare giorno dopo giorno quanto alcune persone sappiano mascherarsi dietro i così detti ” atti buoni”, per poi trasformarsi e diventare distaccati spettatori zelanti delle disgrazie altrui. Chissà, forse qualcuno vuole autoconvincersi di essere “buono”, e ricorre alla preghiera, alla frequentazione dei luoghi di culto, per mettere a tacere la coscienza che si palesa quando non dovrebbe e manca quando ci sarebbe realmente l’occasione per dimostrare che fin chè c’è amore, c’è speranza.Si prega, si ricorre all’utilizzo smodato di simboli che possiedono un valore per chi si professa cristiano, ci si uniforma alla massa, senza pensare che le interpretazioni appartengono ai bravi attori e che le maschere, il più delle volte, sono destinate a cadere.Si prega, pur avendo dentro tanta cattiveria che le onde del mare alte e inquietanti, rispetto a queste pratiche dissolute, appaiono culle in cui cercare conforto e rifugio.Ed abbiamo detto tutto…
